A Bobbio il Politecnico progetta la riqualificazione energetica degli spazi del centro
Efficienza e sostenibilità ambientale per ripensare tre edifici comunali: l’esperienza degli studenti di Progettazione dell’Architettura
A CURA DI ALTRIMEDIA
May 28, 2025|28 giorni fa

Il Polo Territoriale di Piacenza del Politecnico di Milano, con il corso di laurea in Progettazione dell’Architettura - insegnamento di Fisica Tecnica e Impianti, continua la collaborazione con le Amministrazioni Comunali del territorio per studiare e sperimentare soluzioni di progettazione energetica avanzata, anche su edifici esistenti e vincolati, puntando al raggiungimento degli obiettivi europei di decarbonizzazione previsti dal Green New Deal e dalla direttiva EPBD IV “Case Green”.
Dopo l’esperienza dello scorso anno sul nuovo polo scolastico di Rivergaro, quest’anno accademico ha visto la collaborazione con il Comune di Bobbio per la riqualificazione di tre edifici nel centro storico, due dei quali vincolati, secondo i criteri DNSH (Do No Significant Harm), ovvero senza arrecare danni significativi all’ambiente.
Gli studenti, coordinati dal professor Alex Lambruschi, sono stati suddivisi in gruppi e hanno affrontato un caso reale, come in un vero studio professionale. Le esigenze dell’Amministrazione sono diventate linee guida progettuali, trasformate poi in proposte concrete. L’obiettivo era duplice: la riqualificazione energetica e funzionale e la dimostrazione della possibilità di attuare fin da ora soluzioni in linea con gli standard previsti al 2030 e 2050, con attenzione alla sostenibilità ambientale e alla qualità architettonica. I tre edifici oggetto dello studio sono la Chiesa di San Francesco, le ex Carceri e una parte dell’ex seminario.
La Chiesa, collegata all’omonimo monastero e affacciata sulla valle del Trebbia, è stata ripensata come auditorium e centro eventi, con una drastica riduzione dei consumi verso lo standard nZEB (Nearly Zero Energy Building), garantendo comfort e versatilità d’uso. Le ex Carceri, nel cuore del centro, sono state riconvertite in spazi per mediateca, coworking e sale riunioni, connessi al giardino retrostante, in un progetto multisensoriale, tecnologico e sostenibile. Infine, una porzione dell’ex seminario, priva di vincoli, è stata destinata ad accogliere il nuovo centro infanzia: un edificio ZEB (Zero Emission Building), a energia quasi zero, con forte utilizzo di fonti rinnovabili.
Dal primo sopralluogo in sito, gli studenti hanno potuto comprendere esigenze reali, applicare conoscenze tecniche e sviluppare una progettualità coerente con i vincoli storici e ambientali. I risultati sono stati presentati a febbraio con la modalità del concorso di idee: una vera e propria sfida progettuale in cui ogni gruppo ha potuto esporre il proprio lavoro e confrontarsi con le altre proposte. L’Amministrazione Comunale ha valutato con interesse i progetti, attribuendo menzioni speciali alle soluzioni più innovative e coerenti con le richieste. Un’esperienza significativa che ha permesso di rendere reale la materia di studio, offrendo agli studenti un contatto diretto con il mondo professionale e con le sfide della transizione ecologica, formandoli in modo concreto alle esigenze della progettazione del futuro.

Sopralluoghi: vedere per “pensare all’energia del futuro”
Per progettare l’energia del futuro non ci sono regole già assegnate, ma c’è la necessità di leggere il territorio, le esigenze, le tradizioni e… innovare. Questi sono gli ingredienti dell’esperienza sviluppata nell’insegnamento di Fisica Tecnica e Impianti insieme all’Amministrazione comunale di Bobbio, da sempre sensibile alle tematiche dello sviluppo sostenibile e dell’innovazione. Il primo incontro con il Sindaco Dott. Roberto Pasquali e la responsabile uffici tecnici del Comune arch. Alina Ferrari, avvenuto a ottobre 2024, ha permesso di dettare le basi e le necessità dell’Amministrazione ma, dopo l’incontro molto interattivo e partecipato, l’intera giornata è stata dedicata alla vista degli edifici accompagnati dal tecnico dell’Amministrazione oltre che alla scoperta del territorio. Il sopralluogo è stato importante per fare esperienza diretta dei luoghi, capire il clima, i materiali e la “ricerca energetica” che da sempre caratterizza ogni sito di vita, esercitando gli studenti a cogliere gli aspetti materiali e multisensoriali del territorio. La ricerca del comfort e la riduzione del consumo energetico sono sempre state necessità umane e ogni epoca ha “risposto” sfruttando gli elementi e le potenzialità bioclimatiche dei siti. La visita iniziale ha permesso di insegnare a cogliere tali aspetti della tradizione, ma con uno sguardo al futuro.

Dal Ponte Gobbo all’edificio a impatto zero
Il Ponte Gobbo è uno dei segni architettonici più riconoscibili di Bobbio. Attorno alla sua struttura irregolare, con arcate disomogenee e una particolarmente lunga e alta, sono nate leggende per spiegarne l’unicità. La sostenibilità è stata e sarà per gli studenti una chiave di lavoro per studiare presente e futuro, riducendo l’inquinamento e la pressione energetica che l’edilizia esercita sul paesaggio. Anche l’architettura naturale e l’efficienza energetica, che puntano all’impatto zero, hanno seguito percorsi non sempre lineari, proprio come il Ponte Gobbo, anche a causa delle pressioni economiche che l’energia impone alla società. Gli studenti del corso di laurea in Progettazione dell’Architettura conoscono gli obiettivi dell’Unione Europea al 2050, secondo cui l’edilizia non dovrà più creare impatti energetici sul territorio. Ma è grazie allo studio/progetto dei tre edifici di Bobbio che hanno potuto “toccare con mano” il significato pratico di questi concetti.
«Se un edificio non deve creare impatti sull’ambiente – affermano durante la presentazione dei risultati progettuali all’Amministrazione comunale – l’ambiente circostante e il clima, insieme alle scelte tecniche e tecnologiche, influiscono sulla prestazione energetica». «Il concetto di adattamento e mitigazione ai cambiamenti climatici impone – continuano nelle varie presentazioni – uno studio sui materiali, sull’effetto isola di calore, sul ciclo dell’acqua, sulle mappe solari dell’edificio e del contesto, simulando con previsioni tecniche cosa succederà al clima che cambia». Coibentare con materiali innovativi e coerenti con le tradizioni costruttive non significa «mettere cappotti ovunque», spiegano ancora, ma «studiare il giusto compromesso per una riqualificazione energeticamente sensibile e rispettosa dell’architettura». Gli impianti, dicono, «possono compensare le mancanze di comfort, ma vanno alimentati da fonti rinnovabili». I pannelli fotovoltaici studiati, dimensionati e valutati, rappresentano per loro «un inserimento dolce e rispettoso del territorio, ma al tempo stesso necessario per superare quella “lunga e alta campata” di strategie e tecnica che porta verso edifici a energia e emissioni zero».