«Tagliare gli alberi alle ex Scuderie? Insistere è diabolico»
L'intervento di Claudia Gnocchi (Gruppo Misto) a pochi giorni dall'avvio del cantiere tra piazza Casali e piazza Cittadella
Redazione Online
August 3, 2025|2 giorni fa

Il gazebo degli ambientalisti davanti alle ex scuderie - © Libertà/Filippo Lezoli
Dopo la partenza in questi giorni dei lavori di riqualificazione delle ex Scuderie di Maria Luigia, tra piazza Casali e piazza Cittadella, si riaccende la protesta per il taglio di alberi. Nell’area attualmente recintata è infatti previsto l’abbattimento delle sei conifere a ridosso della struttura. Decisione, questa, che ha alimentato nuovamente la polemica e spinto i manifestanti di piazza Cittadella a spostare di pochi metri il gazebo di protesta. Tra chi contesta c'è anche la consigliera comunale di maggioranza Claudia Gnocchi (Gruppo Misto), intervenuta su "Libertà" con la seguente lettera:
«Come annunciato dal vicesindaco nella Commissione Comunale del 30 luglio u.s. dedicata alla tormentata vicenda di Piazza Cittadella, stanno partendo i lavori per la ristrutturazione delle Scuderie di Maria Luigia in Piazza Casali, parte fondamentale del complessivo progetto di riqualificazione del sistema di piazze intorno a Palazzo Farnese. Il primo atto del cantiere, come da copione già visto con la Piazza adiacente, sarà il taglio delle sei conifere adulte che ombreggiano l’edificio: sei conifere mature, di cui solo una malandata, per far spazio al futuro dehors del locale che occuperà una parte del piano terra.
Come consigliera di maggioranza in uno dei nostri incontri con la Giunta in cui si era parlato di Piazza Casali mi ero premurata di raccomandare che almeno l’alberatura delle Scuderie venisse salvaguardata, senza ripetere l’errore fatto in precedenza con gli alberi di Piazza Cittadella.
Da parte dell’assessora mi era stato risposto - ed altri consiglieri avevano capito la stessa cosa - che si sarebbe fatto di tutto per evitare questo taglio; oggi mi viene spiegato che avevo (avevamo) capito male. Può essere. Certo è che, dopo tutto quello che è successo nel progetto di Piazza Cittadella, si sarebbe dovuto ben comprendere quanto fosse aumentata da parte dei piacentini l’attenzione per l’ambiente e, per le alberature in particolare, si sarebbe dovuta prestare assolutamente più attenzione: fosse solo per opportunità politica!
Ma su questo argomento, forse è l’assessora a capire male.
I cittadini tengono alle alberature con cui convivono da decenni. Ci tengono perché è ormai nel sentire comune la consapevolezza che sono gli alberi a proteggerci per quanto possibile dal calore eccessivo, dalle bombe d’acqua, dall’inquinamento atmosferico e da tutti gli altri effetti catastrofici che i cambiamenti climatici causati dall’uomo ci fanno sperimentare.
Ci tengono perché gli alberi, specie quelli adulti, grandi, sono bellezza: fanno bene semplicemente esistendo e sentirsi dire: "ne pianteremo tantissimi altri" sinceramente è sconsolante!
Con una mentalità vecchia di decenni, non si capisce che le alberature urbane non sono semplice "arredo", ma veri e propri monumenti naturali integrati nel tessuto cittadino.
Le alberature adulte sono patrimonio, patrimonio dei cittadini.
I cittadini lo sanno, tengono agli alberi e ne hanno una considerazione ben più intelligente di quella di tecnici e politici che li considerano ancora funzionalmente sostituibili piantando altri alberi, come un palo lo sostituisci con un altro palo: un albero adulto, di quaranta, cinquanta, settant’anni, non è sostituibile, perché la piantina che verrà messa al suo posto ci metterà altri cinquanta o settant’anni ad arrivare dove già era l’esemplare tagliato.
E tutti quei decenni saranno andati persi per la città. Gli alberi adulti urbani sono monumenti, sono patrimonio della comunità.
Fanno parte integrante, significativa e indispensabile del panorama cittadino, della bellezza di un luogo; questo i cittadini semplicemente sentono. Ormai sono tanti gli episodi che lo dimostrano, a Piacenza e non solo. Basterebbe leggere i giornali.
A quanto pare, invece qui non c’è questa sensibilità; sensibilità che, per chi siede a Palazzo si dovrebbe definire sensibilità politica, perché sono i cittadini che ci hanno messo lì.
Non si può essere sensibili solo al parere dei tecnici, dei progettisti, ed esprimere nei loro confronti (con tutto il rispetto per le loro professionalità che non metto in discussione!) un rispetto reverenziale, affidandosi loro ciecamente, senza ricordare che le scelte politiche sono le nostre, nostri sono gli indirizzi, i criteri, le scelte di visione.
Non sarebbe stato possibile porre ai progettisti la cornice per progettare la riqualificazione delle Scuderie senza togliere gli alberi, ed anzi facendo il dehors integrandone i tronchi, come si vede in tante altre città? Certo che sarebbe stato possibile, perché ovunque lo fanno.
Perché quindi non a Piacenza? Gli alberi delle scuderie, fuorché uno, sono a circa 2 metri e mezzo dal muro dell’edificio su cui lavorare; un ponteggio ci stava senza abbattere le piante, così come esistono gli ormai noti interventi edilizi acrobatici che non richiedono ponteggio. Tutto questo per dire che se si vuole, le soluzioni ad un problema si possono cercare e trovare.
Bisogna volerlo ed è quella la volontà politica. Se si volesse invertire questa rotta, e ripeto almeno per motivi di opportunità politica, segnalo che da parte di altre Amministrazioni (vedi Genova) c’è un’attenzione sempre maggiore a quello che viene chiamato il "Modello Padova".
Come riportato dalla stampa, il "Modello Padova" è un protocollo adottato nella città veneta nei casi in cui sembra necessario il taglio di alberature, che prevede che quando non si tratta di somma urgenza come un albero pericolante, una parte terza, ad esempio associazioni e comitati, possano effettuare una perizia indipendente ed in base a questa eventualmente proporre modifiche alle attività che l’Amministrazione si impegna a valutare. A Genova stanno elaborando questo percorso, che di fatto è un percorso partecipativo».