Da Platini ai palazzi romani, Paola De Micheli si racconta

Intervista a tutto campo con la piacentina parlamentare Pd. In 18 anni di politica ha ricoperto ogni incarico, compreso quello di ministra dei trasporti (la prima volta di una donna)

Marcello Pollastri
Marcello Pollastri
July 8, 2025|28 giorni fa
Paola De Micheli
Paola De Micheli
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Mangia alla velocità della luce, parla a macchinetta che fatichi a starle dietro, sorride sempre, ti racconta di Platini e di papa Francesco. Della maratona che farà a Chicago, l’ottava della sua carriera podistica. Delinea pure la teoria dell’espansione del cuore, tutta farina del suo sacco. Ha sempre suscitato sentimenti contrastanti, Paola De Micheli. Ma che sia personaggio, non si discute. In 18 anni di politica ha fatto di tutto: assessore comunale, parlamentare, ministro, sottosegretario, commissario per la ricostruzione, vice segretaria nazionale, candidata alla segreteria del partito. Da come parla i muri dei palazzi romani, e i volti di chi conta, non hanno segreti.
Onorevole De Micheli, partiamo dall’attualità piacentina. In una settimana una serie di episodi di violenza hanno scosso la nostra comunità. Come giudica questo clima?
«Evitiamo le strumentalizzazioni politiche. Il lavoro delle forze dell’ordine di prevenzione e repressione è fondamentare e fa capo al Ministero dell’Interno: è evidente che servono più uomini e mezzi, perché chi viola la legge, di qualunque nazionalità sia, va punito. Invece il Governo in questi anni ha introdotto nuovi reati, litigato coi giudici, se l’è presa coi più poveri e mai coi potenti. A noi amministratori compete agire sull’educazione, la rigenerazione urbana, l’inclusione sociale: su questi temi il Comune sta operando con grande impegno e progetti importanti».
Un’altra questione locale di estrema attualità è legata alle tante inchieste che stanno investendo la sanità pubblica. Qualche giorno fa, dopo l’inchiesta sugli appalti che ha scosso l’Ausl piacentina (nel frattempo ne è scoppiata un’altra), si è affrettata a manifestare solidarietà all’azienda sanitaria. Non ci voleva un po’ più di cautela?
«Quando una persona è indagata, c’è un solo tribunale che può condannare, quello previsto dalla legge. La politica deve fare altre valutazioni e lo sciacallaggio visto su queste vicende credo sia inaccettabile. C’è anche un motivo personale per avere questo atteggiamento: la sanità piacentina è fatta di persone meravigliose e tutte le volte che qualcuno ha bisogno si comportano in modo straordinario. Potrei fare mille esempi. A Piacenza non solo hai sempre cure appropriate, ma anche tanta partecipazione emotiva alla fragilità causata dalla malattia».