Piacenza città dei cavalli, dal Mochi a Paladino

L'animale simbolo della nostra piazza protagonista a Nel Mirino su Telelibertà

Filippo Lezoli
May 16, 2025|40 giorni fa
Piacenza città dei cavalli, dal Mochi a Paladino
2 MIN DI LETTURA
«Il cavallo accompagna tutta la storia della nostra città». L’architetto Marcello Spigaroli inquadra così la figura dell’animale al quale è stata dedicata la puntata di “Nel Mirino”. Un rapporto, quello fra Piacenza e il cavallo, che affonda le radici in tempi antichi e che ancora oggi è avvertito dai cittadini, che lo vedono presente anche nella toponomastica: da piazza Cavalli a via Posta dei Cavalli.
La trasmissione di Telelibertà, condotta da Nicoletta Bracchi, non poteva però che cominciare dalle statue equestri di Francesco Mochi in piazza Cavalli. «Per Piacenza il cavallo è un animale totemico - rimarca Spigaroli - già a partire da Sant’Antonino, perché il patrono era un cavaliere».
Una volta ingraziato anche il patrono, i protagonisti della puntata sono diventati i cavalli seicenteschi. «Commissionando quei cavalli la famiglia Farnese ha voluto imprimere un segno sul territorio - dice Antonio Iommelli, direttore dei musei civici di Palazzo Farnese - la statua di Alessandro doveva essere l’unica, poi Ranuccio, preso da una sorta di autocelebrazione, ha voluto anche la sua, che è la prima a essere stata terminata, nel 1620».
È ancora Spigaroli a ricordare in primo luogo come «i cavalli e i loro cavalieri muovono con il passo di parata, rappresentati come fossero alla testa di un corteo, momento topico perché di affermazione del potere da parte del principe», mentre sulla statua di Alessandro evidenzia come l’autore intervenga con un accorgimento scenico che manca a quella di Ranuccio, ovvero «il manto gonfiato come se l’intera scultura fosse investita da una macchina del vento». «Da questo momento - aggiunge - le statue equestri compiono scarti, si impuntano e s’impennano. È il cavallo cinematografico ante litteram». Parole non dette a caso, ma pronunciate quando sulla scena di “Nel Mirino” si palesa la scultura di Bruno Cassinari davanti alla Prefettura.
«Che sembra ritrarsi» corregge Patrizia Soffientini, giornalista di Libertà. «Comunque una forma nuova, perché Cassinari rifiuta un animale statico» ribatte Spigaroli.
«D’altronde cambiano tempi ed esigenze» riprende Iommelli. «Il cavallo è sempre stato considerato più importante del cavaliere e per questo rappresentato più grande» aggiunge, facendo però notare come con Cassinari il rapporto si inverta.
Di cavalli se ne ammirano molti anche nella mostra di Giovanni Fattori in corso a Palazzo XNL. Patrizia Soffientini lo ricorda - «sono presenti sia nella grafica sia nei disegni e nei dipinti, come in “Assalto alla Madonna della scoperta”, dove il cavallo è fulcro della composizione» - prima di sterzare sui pittori piacentini, in particolare su Alfredo Soressi. «Sembra legarsi con un filo rosso a Fattori perché fra i soggetti preferiti di Soressi ci sono cavalli, buoi, capre e pecore, un mondo animale povero».
Ci sono poi cavalli che hanno avuto l’ardire di arrivare quattro secoli dopo e mettersi a dialogare in silenzio con quelli del Mochi. Quelli di Mimmo Paladino, 18 cavalli in vetroresina. «Sono stati ospitati nell’anno pandemico - ricorda Soffientini - e la città si divise, ci fu chi non apprezzò la vicinanza con i cavalli del Mochi. Ma l’opera, quando crea dibattito, funziona».
Franco Spaggiari, imprenditore e proprietario del museo di San Pietro in Cerro declina la figura del cavallo nel contemporaneo: «Di Gianni Brusamolino abbiamo un cavallo di bronzo a grandezza naturale, che per lui non era neppure un cavallo, perché quell’animale riporta i segni che la vita ci riserva. Ne conserviamo uno di Bruno Cassinari, per il quale era l’animale con la forma perfetta, ma soprattutto da noi si può ammirare il cavallo del primo imperatore della Cina, del 240 anni A.C., facente parte della collezione dei guerrieri di Xian». «È già stilizzato - chiude Spaggiari - a dimostrazione della grandezza raggiunta dalla cultura e dall’arte cinese».