Morto in carcere: un indagato per omicidio volontario
Svolta nelle indagini sulla fine del 27enne originario del Burkina Faso che era legato a Lugagnano

Paolo Marino
July 19, 2025|18 giorni fa

Adama Compaore
Svolta nelle indagini sulla morte di Adama Compaore, il 34enne originario del Burkina Faso - molto legato a Lugagnano, dove aveva familiari e amici -, morto il 12 giugno scorso in un letto d’ospedale, dove era stato ricoverato dopo il trasporto d’urgenza dal carcere di Parma. Un uomo di 27 anni nato in Nigeria è indagato per omicidio volontario. Si tratta di un altro detenuto, anch’egli custodito nella casa circondariale di Parma. Potrebbe trattarsi di un compagno di cella, ma in merito gli inquirenti mantengono il massimo riserbo.
Dopo l’autopsia eseguita il 16 giugno, la procura di Parma ha disposto nuovi accertamenti medico-legali, che saranno eseguiti martedì 22 luglio presso la sezione di Biologia dei carabinieri del Ris di Parma.
«Abbiamo saputo che Adama è stato trovato da un compagno di cella che ha lanciato l’allarme - aveva spiegato alcuni giorni fa l’avvocata Michela Cucchetti, che segue il caso per conto dei familiari e degli amici di Adama -. Era a terra in bagno. L’autopsia dovrebbe dirci se le lesioni riscontrate sul capo sono compatibili con l’ipotesi di una caduta causata da un malore». Gli esiti dell’autopsia, alla quale ha partecipato il medico legale Alberto Siclari in qualità di consulente di parte, avrebbero invece messo in dubbio la prima ricostruzione dell’accaduto e reso necessario un approfondimento.
Adama era stato arrestato il 2 giugno per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Il giorno successivo era stato processato per direttissima, dopodiché era stata disposta la detenzione in carcere. Il ritrovamento in cella privo di conoscenza risale all’11 giugno. Dopo meno di ventiquattr’ore trascorso in condizioni disperate, il suo cuore aveva cessato di battere.