I lavoratori della logistica: «Difficile trovare casa»

Presentata l'indagine curata dalla Fondazione Itl riguardante i bisogni sociali degli occupati al Polo di Le Mose

Filippo Lezoli
May 16, 2025|40 giorni fa
L'indagine presentata dall'assessore Nicoletta Corvi
L'indagine presentata dall'assessore Nicoletta Corvi
2 MIN DI LETTURA
l 19% dei lavoratori della logistica, nel polo di Le Mose, ha una laurea: uno su cinque. Più della metà dei lavoratori è di nazionalità italiana, benché in questo gruppo siano compresi anche i cittadini italiani di seconda generazione.
È servita a fare più chiarezza e ad abbattere qualche stereotipo l’indagine riguardante i bisogni sociali dei lavoratori che a Le Mose sono occupati nel settore logistico. Su un totale di quattromila persone occupate nelle circa 30 imprese presenti nel Polo, è stato intervistato un campione di 410 lavoratori, il 10,4% del totale, fra cui addetti di magazzino, la maggior parte, e impiegati di ufficio.
A cura di Fondazione Itl (Istituto sui trasporti e la logistica), che ha svolto la rilevazione nell’ambito del progetto CommunityLog, promossa da Comune di Piacenza, Confindustria, Confcooperative e Confapi Industria, l’indagine ha messo a fuoco quattro temi: l’abitazione, la mobilità, la conoscenza e l’accesso ai servizi, la formazione.
Il più problematico - questa è una conferma - è il tema della casa. Dei lavoratori intervistati, infatti, quasi il 60% vive in affitto, mentre quasi il 40% è titolare dell’abitazione. Il 3% vive in alloggi pubblici o in dormitori. Un dato significativo riguarda la difficoltà nel trovare casa, che richiede parecchio tempo: per trovarla il 60% ha infatti impiegato più di 3 mesi.
Chi vive in un'abitazione in affitto riscontra maggiori difficoltà rispetto a chi abita in una casa di proprietà, vuoi per le piccole dimensioni vuoi per l’affollamento (così dice il 16% degli intervistati); per il 60% dei lavoratori, poi, trovare casa è stata un’odissea. Il 40%, infine, spende almeno la metà dello stipendio per pagare la rata dell’affitto.
A tal proposito, la ricerca sottolinea come manchino, o non siano conosciuti dai lavoratori, servizi professionali di supporto alla ricerca della casa. La metà degli affittuari dichiara infatti di avere bisogno di aiuto per ricevere prestiti bancari.
«Rispetto alla casa - dice l’assessora ai servizi sociali Nicoletta Corvi - il tema non è approcciabile solo dal Comune, che comunque non abdica di certo al suo ruolo. Occorre però anche l’impegno delle aziende».
Per quanto riguarda i servizi, invece, solo il 34% di tutti i 410 lavoratori intervistati conosce quelli offerti dal Comune: servizi sociali, educativi, Informa sociale, Centro famiglie.
Capitolo mobilità: la maggior parte dei lavoratori intervistati impiega tra i 15 e i 30 minuti per arrivare al lavoro. Il 30% circa, come migliorìa principale, desidererebbe orari dei bus e treni pubblici coincidenti con i turni di lavoro. Un’azione di supporto, dice chi ha svolto l’indagine, potrebbe essere la diversificazione degli orari della navetta e l’intensificazione dei servizi di trasporto pubblico, e ancora il completamento della pista ciclabile e il potenziamento della sicurezza.
Per quanto concerne la formazione, infine, una chiara indicazione che giunge dai lavoratori è quella di potenziare l’alfabetizzazione informatica di base e la lingua italiana.
Paolo Rizzi, docente della Cattolica, commentando l’indagine evidenzia un aspetto positivo. «Un terzo dei lavoratori intervistati ha la casa di proprietà - afferma - questo dimostra che la logistica, oltre ad avere arricchito Piacenza in generale, ha permesso ai lavoratori del settore di comprarsi la casa». Eppure, continua il professore, l’indagine ha confermato anche tutte le ombre che conosciamo da tempo: «I due terzi dei lavoratori sono in affitto e hanno una difficoltà estrema a trovare la casa. Non hanno avuto aiuti dalle aziende. E questo è un dato senz’altro negativo».