Provinciale Valdaveto chiusa «La situazione è intollerabile»

Il presidente di Asc scrive alla Provincia: «Quattro mesi dalla caduta del masso e ora lavori sospesi». L’ente: «Dissesto molto vasto»

Nadia Plucani
June 28, 2025|37 giorni fa
Una veduta del dissesto sulla provinciale 586R di Valdaveto
Una veduta del dissesto sulla provinciale 586R di Valdaveto
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«La situazione della strada provinciale 586R di Valdaveto, in prossimità dell’abitato di Boschi, chiusa da quasi quattro mesi, non è più tollerabile. Siamo stanchi di essere considerati entità insignificanti». A parlare è Andrea Agogliati, presidente di Asc, Associazione per lo sviluppo compatibile delle alte valli piacentine, realtà che dal 2000 è attiva e ha tra i suoi scopi quella di salvaguardare e difendere gli interessi della gente di montagna. Il sodalizio interviene con una lettera aperta alla Provincia di Piacenza «per l’intollerabile procrastinarsi della chiusura della strada 586, chiusa dal 20 marzo scorso per la caduta di un masso e per un principio di frana, che crea disagi ai vacanzieri del Tigullio, ma soprattutto agli innumerevoli trasportatori, in gran parte di legna, che giornalmente usufruivano della strada».
I lavori di sistemazione sono iniziati il 22 maggio, «ma da tre giorni i lavori sono sospesi. I rocciatori avevano portato tutto il materiale necessario per procedere con l’installazione della struttura paramassi – prosegue -, ma sono stati fermati perché sembra non ci sia un progetto ». Agogliati rimpiange il passato, quando «i nostri vecchi, senza studi geologici o tesi di laurea in ingegneria, in quel punto, con il buon senso contadino montanaro avevano costruito una strada a una corsia con a monte un muro in pietra che ha funzionato egregiamente per quasi cento anni». L’associazione chiede che sia tolto il materiale che si è accumulato sulla strada dal disgaggiamento di materiale, ossia la rimozione dei massi pericolanti, si mettano i paramassi e si ripristini la transitabilità, «entro una settimana - tuona Agogliati come era nel periodo precedente alla caduta del famoso masso. Successivamente – conclude – con i mezzi e materiali aggiornati e portando la larghezza ad uno standard adeguato, si usi il buon senso contadino e si ricalchi la metodologia costruttiva utilizzata 100 anni fa».
«Ma il progetto c’è»
Il progetto c’è e c’è sempre stato, fa sapere il dirigente del servizio viabilità della Provincia, Davide Marenghi, ma vista la complessità e vastità del dissesto e la limitatezza delle risorse non è stato facile individuare le opere da farsi. «Stiamo lavorando su quella frana nell’ambito del pronto intervento del contratto di manutenzione delle strade provinciali – informa -. La prossima settimana approveremo un progetto esecutivo il cui importo complessivo è di 300mila euro, che è stato erogato dall’agenzia regionale per la protezione civile attraverso cui realizzeremo le opere di protezione che servono per consentire il ripristino dei collegamenti, come le barriere paramassi, rete di contenimento e chiodature che stabilizzano l’ammasso roccioso. Prevediamo di iniziare dopo la prima decina del mese di luglio. Siamo consapevoli del disagio, ma speriamo di poter ripristinare il collegamento prima di Ferragosto».