Portava la cocaina al figlio carcerato: condannata a 2 anni

Sessantaduenne ecuadoriana scoperta alle Novate. La sua difesa: «È bicarbonato anti-malocchio». Il pm aveva chiesto 6 mesi

Cristian Brusamonti
July 17, 2025|19 giorni fa
Un'aula del tribunale di Piacenza
Un'aula del tribunale di Piacenza
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Portava la cocaina in carcere al figlio detenuto, ma fino all’ultimo ha sostenuto che si trattasse di bicarbonato “anti-malocchio”: adesso per una 62enne ecuadoriana è arrivata la condanna a due anni. Una pena che si è quadruplicata rispetto ai sei mesi richiesti dal pubblico ministero.
La sentenza è stata pronunciata mercoledì 16 luglio in tribunale dal giudice Federico Baita. La donna - difesa dall’avvocato Emanuele Solari - era stata accusata di aver portato all’interno del carcere delle Novate di Piacenza circa 40 grammi di cocaina, consegnandola al figlio durante i colloqui previsti con i detenuti. Per questo il pm Paolo Maini, al termine della sua requisitoria, aveva chiesto una condanna a sei mesi per la 62enne. Il giudice, però, ha ritenuto di dover aumentare la pena: così la donna è stata condannata a due anni (con sospensione della pena per cinque anni) e il pagamento di 3mila euro. Al termine della lettura, l’avvocato Solari non ha voluto rilasciare dichiarazioni.
La condanna è arrivata dopo che la 62enne ha negato, per lungo tempo, di aver portato cocaina al figlio: si era giustificata spiegando che la polverina (diventata di colore rosa dopo il contatto con una busta di colore rosso) serviva per riti magici e per togliere il malocchio. Una posizione sostenuta nonostante i test di laboratorio sulla sostanza provassero che si trattava effettivamente di cocaina. Tutto era nato nel giugno del 2024 da un servizio della polizia penitenziaria, dopo la segnalazione di presenza di droga in carcere: durante un colloquio, la donna si era passata la mano tra i capelli, estraendo una pasticca da uno chignon per poi consegnarla al figlio con la scusa di passargli un biscotto. Nell’armadietto del detenuto erano stati poi trovati 40 grammi di cocaina.
Nel corso dell’udienza di mercoledì, prima della sentenza, è stato ascoltato anche un perito tecnico di laboratorio, in merito alla natura della sostanza sequestrata in carcere: l’esperto ha confermato che si trattasse di cocaina, sostanza rilevabile anche se mescolata con bicarbonato.