Metallo, giochi e draghi: così nasce un universo fantasy a Podenzano
Intervista a Diego Forlini, game designer
Carlo Chericoni
June 8, 2025|17 giorni fa

Appassionato di Dungeons & Dragons fin dall’età di 10 anni, Diego Forlini ha coltivato un’immaginazione incontenibile, che oggi ha trovato forma concreta nel game design.
Con entusiasmo travolgente, ha dato vita a un progetto originale di giochi da tavolo ambienta-ti in un mondo tutto suo, ricco di storie, creature e leggende. Attorno a questa creazione pulsante, orbitano iniziative collaterali che ampliano e approfondiscono l’esperienza narrativa. Per scoprire di più su questo suo progetto siamo andati a scambiarci quattro chiacchiere.
Con entusiasmo travolgente, ha dato vita a un progetto originale di giochi da tavolo ambienta-ti in un mondo tutto suo, ricco di storie, creature e leggende. Attorno a questa creazione pulsante, orbitano iniziative collaterali che ampliano e approfondiscono l’esperienza narrativa. Per scoprire di più su questo suo progetto siamo andati a scambiarci quattro chiacchiere.
Diego, qual è stata la spinta che l’ha portato a creare un tuo gioco?
«È cominciato tutto molto tempo fa, quando i manuali di D&D 3.5 hanno iniziato a starmi stretti: sentivo il bisogno di creare qualcosa di mio. Così ho cominciato ad espanderli, inventando nuove classi, mostri, abilità e talenti. Nel frattempo, continuava a tornarmi in mente una storia che avevo iniziato a scrivere intorno al 2007 e mai portata a termine, una sorta di idea che mi perseguitava. Quando mi sono reso conto di avere una buona capacità nel bilanciare le meccaniche di gioco, mi sono detto: “Dopotutto, perché no!?!”. Così, nel 2020 ho iniziato a dare forma al mondo di EpicTaleS. L’intento era quello di scrivere una serie di novelle ambientate in un universo fantasy ispirato, come concetto, a quello tolkieniano.
Da lì è iniziato un vortice creativo che mi ha portato, nel 2021, a realizzare il boardgame Epi-cTaleS: Legacy of the Darklin, a scrivere la sceneggiatura di un fumetto entro la fine dello stesso anno, a ideare nel 2023 il cardgame EpicTaleS: Revenge of the Goblin, e infine a concludere il libro che avevo iniziato tanto tempo prima».
«È cominciato tutto molto tempo fa, quando i manuali di D&D 3.5 hanno iniziato a starmi stretti: sentivo il bisogno di creare qualcosa di mio. Così ho cominciato ad espanderli, inventando nuove classi, mostri, abilità e talenti. Nel frattempo, continuava a tornarmi in mente una storia che avevo iniziato a scrivere intorno al 2007 e mai portata a termine, una sorta di idea che mi perseguitava. Quando mi sono reso conto di avere una buona capacità nel bilanciare le meccaniche di gioco, mi sono detto: “Dopotutto, perché no!?!”. Così, nel 2020 ho iniziato a dare forma al mondo di EpicTaleS. L’intento era quello di scrivere una serie di novelle ambientate in un universo fantasy ispirato, come concetto, a quello tolkieniano.
Da lì è iniziato un vortice creativo che mi ha portato, nel 2021, a realizzare il boardgame Epi-cTaleS: Legacy of the Darklin, a scrivere la sceneggiatura di un fumetto entro la fine dello stesso anno, a ideare nel 2023 il cardgame EpicTaleS: Revenge of the Goblin, e infine a concludere il libro che avevo iniziato tanto tempo prima».
Quindi il gioco da tavolo iniziale ha dato vita ad altre iniziative?
«Sì, esatto! È stato il punto di partenza di un vero e proprio universo narrativo e ludico che si è ampliato molto nel tempo. Inoltre, essendo anche musicista, ho composto otto brani che raccontano il ciclo di EpicTaleS, e ho già iniziato a registrare qualche pezzo in modo amatoriale. Il progetto sta crescendo e spero di riuscire a concretizzarlo entro la fine dell’anno. Dopo l’estate, la mia intenzione è di pubblicare sia il libro che il cardgame, che sono già pronti. Sto valutando se farlo in autonomia, tramite crowdfunding, Amazon, o trovare un editore interessato».
«Sì, esatto! È stato il punto di partenza di un vero e proprio universo narrativo e ludico che si è ampliato molto nel tempo. Inoltre, essendo anche musicista, ho composto otto brani che raccontano il ciclo di EpicTaleS, e ho già iniziato a registrare qualche pezzo in modo amatoriale. Il progetto sta crescendo e spero di riuscire a concretizzarlo entro la fine dell’anno. Dopo l’estate, la mia intenzione è di pubblicare sia il libro che il cardgame, che sono già pronti. Sto valutando se farlo in autonomia, tramite crowdfunding, Amazon, o trovare un editore interessato».
Ha fatto qualche corso di game design o si è affidato esclusivamente alla sua sensibilità come giocatore?
«No, non ho seguito alcun corso: mi sono basato esclusivamente sulla mia esperienza. Per molto tempo mi sono fatto una sola domanda: cosa cercano davvero i giocatori? La risposta è arrivata partecipando a fiere ed eventi dedicati, dove ho capito che quello che desiderano è divertirsi, avere libertà di scelta e trovarsi di fronte a un gioco capace di sorprenderli ogni volta. Diciamoci la verità: quanti giochi, anche validissimi, dopo 5 o 6 partite diventano ripetitivi o perdono stimoli? Tanti. Per questo ho voluto creare qualcosa che mantenesse la sfida viva fino all’ultimo respiro, evitando meccaniche troppo prevedibili».
«No, non ho seguito alcun corso: mi sono basato esclusivamente sulla mia esperienza. Per molto tempo mi sono fatto una sola domanda: cosa cercano davvero i giocatori? La risposta è arrivata partecipando a fiere ed eventi dedicati, dove ho capito che quello che desiderano è divertirsi, avere libertà di scelta e trovarsi di fronte a un gioco capace di sorprenderli ogni volta. Diciamoci la verità: quanti giochi, anche validissimi, dopo 5 o 6 partite diventano ripetitivi o perdono stimoli? Tanti. Per questo ho voluto creare qualcosa che mantenesse la sfida viva fino all’ultimo respiro, evitando meccaniche troppo prevedibili».
Qual è la meccanica centrale del suo gioco?
«Partiamo da Revenge of the Goblin, il cardgame di prossima pubblicazione: è un gioco alta-mente imprevedibile ed esilarante, pensato per un massimo di 4 giocatori che dovranno combinarne di tutti i colori pur di ottenere abbastanza punti per vincere. Durante le fiere a cui ho partecipato ha riscosso un enorme successo, anche grazie al suo stile grafico caricaturale e alle numerose citazioni che richiamano personaggi e film iconici della cultura pop. Legacy of the Darklin, invece, è il boardgame e ha un tono decisamente più serio. L’ambientazione e il design accattivante dei personaggi trascinano i giocatori nel mondo di EpicTaleS, dove dovranno affrontare il malvagio Oscuro, antagonista principale del primo capitolo dei libri. Le dinamiche ricordano molto quelle di D&D, pur rimanendo in un formato più tipicamente da boardgame: un giocatore interpreta l’antagonista, quasi fosse un “master”, mentre gli altri collaborano contro di lui. La difficoltà è stata accuratamente bilanciata in base al numero di partecipanti, testata e ritestata fino allo sfinimento per garantire una sfida coinvolgente ed equa».
«Partiamo da Revenge of the Goblin, il cardgame di prossima pubblicazione: è un gioco alta-mente imprevedibile ed esilarante, pensato per un massimo di 4 giocatori che dovranno combinarne di tutti i colori pur di ottenere abbastanza punti per vincere. Durante le fiere a cui ho partecipato ha riscosso un enorme successo, anche grazie al suo stile grafico caricaturale e alle numerose citazioni che richiamano personaggi e film iconici della cultura pop. Legacy of the Darklin, invece, è il boardgame e ha un tono decisamente più serio. L’ambientazione e il design accattivante dei personaggi trascinano i giocatori nel mondo di EpicTaleS, dove dovranno affrontare il malvagio Oscuro, antagonista principale del primo capitolo dei libri. Le dinamiche ricordano molto quelle di D&D, pur rimanendo in un formato più tipicamente da boardgame: un giocatore interpreta l’antagonista, quasi fosse un “master”, mentre gli altri collaborano contro di lui. La difficoltà è stata accuratamente bilanciata in base al numero di partecipanti, testata e ritestata fino allo sfinimento per garantire una sfida coinvolgente ed equa».
Come ha realizzato il prototipo del Board Game?
«Non è stato facile perché per Legacy of the Darklin volevo creare un tabellone modulare, ma senza il rischio che tutto venga spostato per errore. Così ho progettato una plancia componibi-le, simile a un puzzle, con inserti interni per fissare saldamente le strutture. Questo sistema l’ho poi brevettato, ottenendo l’approvazione sia in Italia che all’estero. Il prototipo l’ho realizzato usando una stampante in PLA e grazie all’aiuto dell’amico Carmine Scala che ha fatto un lavoro magnifico».
«Non è stato facile perché per Legacy of the Darklin volevo creare un tabellone modulare, ma senza il rischio che tutto venga spostato per errore. Così ho progettato una plancia componibi-le, simile a un puzzle, con inserti interni per fissare saldamente le strutture. Questo sistema l’ho poi brevettato, ottenendo l’approvazione sia in Italia che all’estero. Il prototipo l’ho realizzato usando una stampante in PLA e grazie all’aiuto dell’amico Carmine Scala che ha fatto un lavoro magnifico».
Ha curato anche l’aspetto grafico?
«Solo all’inizio: avendo una discreta esperienza nel disegno, sono partito da alcuni concept miei, specialmente per quegli elementi a cui tenevo di più e che volevo curare personalmente. Trattandosi comunque di un hobby, il tempo che posso dedicargli è sempre limitato, quindi ho dovuto affidare gran parte del lavoro a dei collaboratori».
«Solo all’inizio: avendo una discreta esperienza nel disegno, sono partito da alcuni concept miei, specialmente per quegli elementi a cui tenevo di più e che volevo curare personalmente. Trattandosi comunque di un hobby, il tempo che posso dedicargli è sempre limitato, quindi ho dovuto affidare gran parte del lavoro a dei collaboratori».
Lo ha mai presentato a un concorso o ad una fiera?
«Sì, l’ho presentato a diverse fiere per due anni, un’esperienza che mi ha permesso di entrare in contatto diretto con i gusti dei giocatori e di affinare alcuni aspetti di entrambi i giochi. A un certo punto sono stato coinvolto anche come cosplayer, il che mi ha aiutato ancora di più a calarmi nel mondo fantasy e ad ampliare le mie amicizie e conoscenze».
«Sì, l’ho presentato a diverse fiere per due anni, un’esperienza che mi ha permesso di entrare in contatto diretto con i gusti dei giocatori e di affinare alcuni aspetti di entrambi i giochi. A un certo punto sono stato coinvolto anche come cosplayer, il che mi ha aiutato ancora di più a calarmi nel mondo fantasy e ad ampliare le mie amicizie e conoscenze».
Quali saranno i prossimi passi per lanciare il progetto sul mercato?
«La pubblicazione del cardgame e del libro, entrambi ormai pronti. Il boardgame, invece, ha subito un brusco arresto a causa degli alti costi di produzione. La mia idea è quella di sfruttare l’uscita del cardgame e del libro per iniziare a vendere le ca-selle del boardgame, che ora sono pronte per la produzione grazie agli stampi già realizzati. Vorrei anche offrire contenuti gratuiti per far conoscere il gioco a più persone possibile, in modo da creare una base solida di appassionati. Per quanto riguarda il fumetto, purtroppo richiede una certa continuità e al momento, sto cer-cando una soluzione per portarlo avanti senza dover investire ulteriori risorse economiche importanti».
«La pubblicazione del cardgame e del libro, entrambi ormai pronti. Il boardgame, invece, ha subito un brusco arresto a causa degli alti costi di produzione. La mia idea è quella di sfruttare l’uscita del cardgame e del libro per iniziare a vendere le ca-selle del boardgame, che ora sono pronte per la produzione grazie agli stampi già realizzati. Vorrei anche offrire contenuti gratuiti per far conoscere il gioco a più persone possibile, in modo da creare una base solida di appassionati. Per quanto riguarda il fumetto, purtroppo richiede una certa continuità e al momento, sto cer-cando una soluzione per portarlo avanti senza dover investire ulteriori risorse economiche importanti».
Cosa ha imparato da questa esperienza? Rifarebbe tutto da capo?
«Sì, rifarei tutto da capo, magari prestando maggiore attenzione all’aspetto commerciale. Ma, al di là di questo, sono profondamente orgoglioso di ciò che ho creato e che continuo a creare. EpicTaleS nasce dal desiderio sincero di divertire e coinvolgere chi, come me, ama il mondo fantasy e vuole aggiungere un po’ di avventura alla sua routine quotidiana».
«Sì, rifarei tutto da capo, magari prestando maggiore attenzione all’aspetto commerciale. Ma, al di là di questo, sono profondamente orgoglioso di ciò che ho creato e che continuo a creare. EpicTaleS nasce dal desiderio sincero di divertire e coinvolgere chi, come me, ama il mondo fantasy e vuole aggiungere un po’ di avventura alla sua routine quotidiana».