Ecco il ginkgo biloba candidato all’oscar “alberi monumentali”

Si trova nell’area verde privata di villa Antonini di Calendasco. E’ datato 1890, ma l’iter burocratico per il riconoscimento è lungo

Dea De Angelis
July 25, 2025|1 giorno fa
Esemplare di ginkgo biloba (femmina, con i frutti) nel giardino privato di Villa Antonini a Calendasco
Esemplare di ginkgo biloba (femmina, con i frutti) nel giardino privato di Villa Antonini a Calendasco
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La magnolia, il cipresso, il cedro del Libano, la paulonia, l’ulivo, ‘Nonna Speranza’, gli alberi in inverno dei giardini Orti di via Degani, il tasso, il salice, gli alberi di città, gli alberi di provincia, il pino nero, il giardino del Collegio Alberoni, i colori dei fiori, l’ailanto, l’ippocastano, la robinia, il melograno, la quercia, il bagolaro e il bosco degli alpini. E ancora il tiglio, il ginkgo biloba, la palma, il castagno, il platano, il faggio e il pioppo…queste le storie di alberi raccontate da inizio anno, di giovedì, sulle pagine di Libertà. Prima della pausa di agosto per ritrovarci poi a settembre con nuove storie di alberi, vogliamo raccontarvi di un albero speciale che potrebbe diventare ‘monumentale’ ma è già meraviglioso.
Potrebbe essere il primo ‘ginkgo biloba’ monumentale di Piacenza. Manca solo un atto del Comune per il suo inserimento nell’elenco degli alberi monumentali d’Italia, ben oltre i confini regionali. «Nell’ormai lontano 2013 abbiamo compilato la prima domanda-richiesta alla Regione – racconta Roberto Piroli proprietario di Villa Antonini di Calendasco insieme alla moglie Elena Bianchi – Abbiamo fatto un nuovo tentativo dieci anni dopo, nel 2023. A seguito della nostra richiesta è uscito il funzionario della Regione che, visto l’albero in questione, il nostro secolare ginkgo, lo ha ritenuto un individuo valido per essere inserito nell’elenco degli alberi monumentali non solo regionali ma d’Italia». «Il ginkgo nel giardino di Villa Antonini – continua Piroli, mentre scrivo appunti e scatto qualche fotografia, quelle che vedete in pagina – ha tutti i requisiti richiesti per ricevere l’etichetta di albero monumentale (tutelato). Spero, insieme a mia moglie, che questo iter burocratico si concluda a breve, potrebbe funzionare anche da eco al territorio». Un albero la cui storia risale al 1890 o 1895, di sesso femminile – come evidenzia la presenza dei frutti – più di 4 metri di circonferenza del tronco, 27 metri di diametro della chioma, sito in un contesto storico-culturale di importanza anche locale e infine rappresentante di una specie – il ginkgo biloba – fossile vivente che ‘merita’ una tutela particolare per il suo valore ecologico. «Il giardino di Villa Antonini si estende per circa 10.000 metri quadrati. Sia la Villa che il giardino sono sotto la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le provincie di Parma e Piacenza – continua il proprietario, oggi in pensione – Sono diverse le piante presenti. Oltre ad alcuni giovani esemplari di ginkgo che ho piantato negli anni, alcuni di particolari varietà altri figli di quello secolare (femmina) da cui ho raccolto i frutti, ci sono vecchissimi ippocastani, un cedro dell’Atlante e una farnia, quest’ultima anch’essa candidata ad essere inserita tra gli alberi monumentali regionali». A questa particolare oasi (privata) dove gli alberi crescono rigogliosi anche grazie alla vicina confluenza del fiume Trebbia nel Po, prestata anche a visite di scolaresche del territorio e a presentazioni di libri nello spazio-giardino, manca solo – sembrerebbe – un ‘timbro’ comunale per renderla ancor più speciale e – forse – attrazione turistica. Ricordiamo infatti che affinché un albero venga iscritto nel registro degli alberi monumentali serve un preliminare atto amministrativo comunale, oltre ovviamente alla domanda-richiesta alle istituzioni da parte del privato come nel caso dei proprietari di Villa Antonini.