Irina Turcanu ha presentato il suo romanzo alle Serate letterarie di Travo

La scrittrice ha parlato di "Manca il sole ma si sta bene" con la giornalista Cecilia Pierami

Anna Anselmi
August 4, 2025|6 giorni fa
Irina Turcanu ha presentato il suo romanzo alle Serate letterarie di Travo
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Nel romanzo di Irina Turcanu, “Manca il sole ma si sta bene lo stesso” (Marsilio), ci sono anche luoghi reali del Piacentino: Perino, la Valtrebbia, la stessa sede del quotidiano Libertà, così come il punto di partenza della vicenda, la città romena di Gura Humorului, nella provincia di Suceava, esiste davvero. Qui è nata Turcanu nel 1984, ma dal 2001, compiendo un percorso analogo alla Ina del libro, si è trasferita in Italia, stabilendosi proprio a Perino.
Quanto di autobiografico c’è nel libro e quanto di invenzione l’ha spiegato la scrittrice e traduttrice a Travo, sollecitata dalla giornalista Cecilia Pierami, che ha condotto l’incontro, introdotto dalla consigliera comunale Elena Merli e dedicato a “Manca il sole ma si sta bene lo stesso”, nell’ambito delle Serate letterarie Giana Anguissola, promosse dal Comune, con il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano e del Gruppo Libertà, in collaborazione con Educarte e Travolibri, con il patrocinio del ministero dei beni culturali, della Regione Emilia-Romagna e della provincia di Piacenza.
Turcanu ha precisato di aver riversato nelle pagine il suo vissuto, ma ricucendolo con quello di altre persone, in un continuo intreccio tra realtà e fantasia volto a «comunicare un senso di smarrimento». Ina, figlia unica, cresce nella Romania che assiste quasi attonita al crollo del regime di Ceausescu e sia lei che i genitori sono costretti a confrontarsi con turbinosi cambiamenti, fino a prendere la decisione di emigrare. «Personalmente ho avuto un percorso meno accidentato di quello dei miei personaggi, ai quali ho attribuito però vicissitudini che hanno sperimentato i miei zii o altri romeni che ho conosciuto qui in Italia. Un mio carissimo amico, oggi poeta, mi ha raccontato di come non avesse trovato un posto dove stare, per cui dormiva alla stazione di Milano. Indossa tuttora una calzamaglia sotto i pantaloni perché dice che il freddo patito allora gli è rimasto nelle ossa».
Tra le finalità di Turcanu c’era anche il desiderio di destare, attraverso il romanzo, curiosità nei confronti della Romania e della sua cultura. Pierami ha confermato come l’intento sia stato centrato. «Mi piaceva far emergere un’altra Romania che non è Bucarest», ha esemplificato Turcanu. Nel libro si staglia la figura del poeta Mihai Eminescu. «È un monumento nazionale. Tutti i romeni ne recitano interi brani a memoria. La sua opera è stata però anche strumentalizzata dal potere a fini politici, mettendo in ombra tutti gli altri scrittori venuti dopo, come George Cosbuc, al quale devo i versi usati per il titolo del mio romanzo». Tra le questioni sollevate da Pierami, le pratiche da attuare affinché chi emigra in un altro Paese non venga ridotto a una caricatura stereotipata, perdendo la propria individualità. Turcanu ha osservato come la letteratura possa favorire la necessaria apertura mentale.
A seguire, la conversazione a più voci organizzata da Piacenza nel mondo, quale prologo alla 29 festa con le comunità piacentine all’estero. Con il coordinamento di Tiziana Albasi hanno raccontato le loro esperienze Livia Corvi Mora, dagli Emirati Arabi Uniti, e Luigi Bonomi, affermato agente letterario a Londra.