Mcm, presidio dei lavoratori a Vigolzone: «Chiarezza sul nostro futuro»
Stamattina per due ore i lavoratori si sono fermati esponendo cartelli. L'assessore Paglia ha chiesto di contrare oggi i vertici aziendali
Nadia Plucani
June 30, 2025|11 giorni fa

Si è svolto questa mattina, lunedì 30 giugno, un folto presidio davanti ai cancelli della sede di Mcm di Vigolzone. Numerosi lavoratori, preoccupati per il futuro dell’azienda, si sono fermati per due ore esponendo cartelli e chiedendo chiarezza sulle voci che parlano di una possibile istanza di fallimento.
Una notizia circolata nei giorni scorsi su un sito finanziario – e mai smentita ufficialmente – ha infatti fatto scattare lo stato di agitazione tra i circa 300 dipendenti degli stabilimenti di Vigolzone e Roveleto. La comunicazione ai lavoratori da parte dell’azienda non è mai arrivata, e né la Rsu né i sindacati Fim, Fiom e Uilm sono riusciti finora ad ottenere conferme o smentite ufficiali.
I lavoratori chiedono risposte immediate: «L’azienda non ci ha ancora detto nulla, e non possiamo rimanere nel silenzio». Intanto, l’assessore regionale allo sviluppo economico Giovanni Paglia ha annunciato un interessamento sul caso, e questa mattina ha chiesto di incontrare i vertici aziendali ma non è ancora certo che la dirigenza Mcm si presenti. Nel frattempo sulla vicenda sono intervenuti con prese di posizione varie forze politiche e amministrazioni locali, tra cui il consigliere regionale Luca Quintavalla, il sindaco di Vigolzone Gianluca Argellati, la minoranza e oggi il Pd Pontedellolio Alta Val Nure.
«I rappresentanti dei lavoratori e le RSU - fa sapere in una nota Cgil Piacenza - sono in costante contatto con l’assessorato al Lavoro della Regione Emilia-Romagna per dare un futuro alla Mcm e soprattutto ai 300 lavoratori coinvolti».
Mcm, leader nella produzione di macchine utensili ad alte prestazioni, è controllata al 100% dal gruppo cinese Rifa dal 2014. Secondo un documento interno, la controllata italiana sarebbe in difficoltà finanziaria e il CdA avrebbe deliberato la richiesta di fallimento. Ma da allora, tutto tace.