Aperte sei indagini, l’annus horribilis della Ausl di Piacenza
Radiologia, oppiacei, morfina: le inchieste che coinvolgono l’azienda sanitaria e suoi dipendenti

Marcello Pollastri
June 13, 2025|12 giorni fa

Negli ultimi mesi l’Ausl di Piacenza è finita ripetutamente sotto i riflettori della cronaca giudiziaria. Una sequenza di inchieste, arresti, scandali interni e interrogativi sulla gestione amministrativa ha sollevato forti polemiche politiche e richieste di discontinuità. L’ultima notizia arriva dalla Guardia di Finanza: un’indagine chiusa con 20 indagati, tra cui la direttrice generale Paola Bardasi. Ma non è l’unico caso.
Appalti e fondi Pnrr
L’inchiesta più recente, resa nota ieri, riguarda presunti appalti pilotati e irregolarità nella gestione dei fondi del Pnrr. A condurla, la Guardia di Finanza, che ha notificato la conclusione delle indagini a venti persone. Fra queste spicca il nome della direttrice generale Paola Bardasi. Le accuse spaziano dalla turbativa d’asta alla falsificazione di atti pubblici, passando per il peculato.
Il caso Radiologia
Solo poche settimane prima, l’attenzione pubblica era stata catturata dallo scandalo che ha travolto il reparto di Radiologia. Il primario è stato arrestato con accuse pesantissime: violenza sessuale, stalking e mobbing. A fare scattare le indagini, coordinate dalla squadra mobile, sono state le testimonianze di diverse lavoratrici che per anni avevano subito in silenzio. Il caso ha avuto un’enorme risonanza mediatica, costringendo l’Ausl a intervenire con una parziale riorganizzazione interna. Ma per molti, quel cambiamento è arrivato troppo tardi.
Traffico di oppiacei
Nell’agosto 2024 un altro grave episodio aveva già inferto un duro colpo all’immagine dell’azienda sanitaria. Un medico venne arrestato dalla polizia con l’accusa di aver prescritto farmaci oppiacei. Pesanti le accuse: corruzione e traffico di stupefacenti. Insieme a lui, è stato coinvolto e arrestato un altro medico.
Consumo di morfina
Sempre nel 2024, ad ottobre, un altro scandalo ha investito l’Ausl. Protagonista, in negativo, una dottoressa del Pronto soccorso e del 118 di Piacenza indagata dalla procura con l’accusa d’essersi procurata illegalmente morfina per uso personale. Violazione del Testo unico sugli stupefacenti per aver firmato prescrizioni di farmaci dei quali veniva fatto un uso non terapeutico, falso in atto pubblico, peculato e truffa ai danni dello Stato sono i reati contestati alla dotto ressa.
Peculato e truffa
Nel febbraio scorso ha invece patteggiato due anni di reclusione (pena sospesa) l’ex psichiatra dell’Ausl di Piacenza, accusato di peculato e truffa. La procura sosteneva che il medico “durante l’orario di servizio riceveva e visitava i pazienti privatamente e ne riscuoteva il pagamento senza passare dai canali aziendali e senza comunicare alcunché ai competenti uffici, traendo in inganno in tal modo la stessa amministrazione sanitaria ».
Droga in carcere
A giugno del 2024 una 50enne piacentina che prestava servizio come infermiera all’interno del carcere delle Novate viene arrestata per spaccio: era accusata di aver approfittato del suo ruolo assistenziale all’interno della casa circondariale per cedere dosi di hascisc ad alcuni detenuti.
Il caso Don Orione
A settembre del 2024 dodici persone vengono accusate di truffa e falso nell’ambito di un’inchiesta dei carabinieri del Nas che si è concentrata sui rapporti tra l’Ausl e la cooperativa sociale “Le nuvole” che opera all’interno del Don Orione di Borgonovo. Era stata rilevata la mancanza di autorizzazione e di accreditamento delle strutture che si prendevano cura di malati psichiatrici.