Tartufo, eccellenza piacentina tra passione e professionalità

Confagricoltura Piacenza: nella nostra provincia esiste una realtà produttiva interessante che dal 2017 porta avanti questa attività

Claudia Molinari
July 21, 2025|15 giorni fa
Pietro Guglielmetti durante la ricerca con i cani
Pietro Guglielmetti durante la ricerca con i cani
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Il tartufo a Piacenza? Proprio così. A sottolineare questa piacevole “scoperta” Confagricoltura Piacenza che chiarisce: «Tra i prodotti agricoli della provincia di Piacenza, c’è anche questo a cui solitamente non si pensa, ma che caratterizza le nostre vallate, soprattutto la Val Trebbia e che spicca per la sua unicità. Nelle nostre colline infatti, oltre alla più diffusa ricerca dei funghi, si tramanda da generazioni anche l’attività, affascinante e tutt’altro che semplice, della cerca del tartufo, un frutto raro della terra che richiede passione, conoscenza e dedizione». Ed è proprio tra le aziende associate all’Organizzazione piacentina, che spicca l’azienda Agricola Oro Bianco, a Suzzano di Rivergaro.
L’azienda a conduzione familiare è specializzata nella raccolta e nella valorizzazione del tartufo.
Sabina Beretta, insieme al marito Pietro Guglielmetti è protagonista di questa avventura: un’attività nata dalla passione per la ricerca e la raccolta di questi funghi ipogei e diventata nel tempo una vera e propria impresa.
« L’azienda vera e propria - spiega l’imprenditrice - è nata nel 2017. Mio marito Pietro era già cercatore da anni: aveva preso il tesserino ed era stato abilitato ben prima dell’apertura dell’attività. Ha condiviso con suo padre, mio suocero, una passione tramandata che nel tempo è diventata un lavoro. Pietro ha sempre avuto un legame forte con la terra, lavorando anche nell’azienda agricola di famiglia a Travo. Ma è stato il tartufo a conquistarlo davvero. Una trentina di anni fa ha deciso di acquistare e addestrare la prima cagnolina lavorando con lei alla ricerca dei tuberi. Erano un binomio fantastico, da lì l’attività è a poco a poco cresciuta».
Certamente questa attività richiede dedizione costante, sacrificio e tanta passione.
«Uscire nei boschi in pieno inverno o nelle prime ore del mattino d’autunno - continua Sabina - non è per tutti. Ci vogliono preparazione e attenzione, soprattutto nella cura e addestramento dei cani. Noi abbiamo quattro Lagotti Romagnoli formati, più un cucciolo in addestramento. Sono loro i nostri veri alleati: imparano a distinguere il profumo dei tartufi maturi e indicano con precisione il punto di raccolta. Inoltre, sono in grado di trovare un tartufo anche sotto 40 centimetri di terreno e addirittura, quando trovano quello che è più delicato, lo segnalano senza toccarlo, mentre quello nero lo prelevano e lo consegnano. Sono loro i veri protagonisti nella cerca del tartufo!».