Strada franata sulla Provinciale di Antoniano, si studia la viabilità alternativa
La Provincia ha avviato uno studio con la Regione Emilia Romagna e l'Università di Modena per un tracciato a monte

Nicoletta Marenghi
August 2, 2025|11 giorni fa

Da tre mesi e mezzo le transenne impediscono il passaggio delle auto e, avvicinandosi alla frana, è evidente che quel tratto resterà chiuso ancora a lungo. Ci troviamo nei pressi della località Baracchina, tra Lugagnano e Rustigazzo, lungo la Provinciale 47 di Antognano.
I tecnici la definiscono frana Morsana, un’area in movimento monitorata da decenni. Ma lo scorso 16 aprile gli esperti hanno rilevato qualcosa di anomalo e potenzialmente pericoloso, tanto che l’ente di via Garibaldi ha deciso di vietare subito il transito. Una decisione provvidenziale: il giorno dopo, infatti, il terreno è collassato, trascinando con sé vegetazione, asfalto e guard rail. Secondo le stime, la frana ha coinvolto circa 200mila metri cubi di materiale.
«Si tratta di un evento straordinario. È doveroso sottolineare il senso di responsabilità e il lavoro svolto dai tecnici che si occupano di questo tratto e che l’hanno chiuso poco prima, vuol dire che le nostre strade sono ben monitorate» ha dichiarato la vicepresidente della Provincia, Patrizia Calza, durante un sopralluogo con il dirigente del Servizio Viabilità Davide Marenghi, il referente dell’area Rino Corti e Carlo Mercati. «Di fronte all’enormità del disastro – ha aggiunto Calza –, non si può pensare a un intervento tradizionale. Questa frana è storica e non appare ragionevole intervenire in loco, sia per le risorse necessarie che per la mancata certezza della risoluzione del problema».
La Provincia, insieme alla Regione Emilia-Romagna e al Dipartimento di Geologia dell’Università di Modena, sta studiando un possibile tracciato alternativo più a monte. Un primo sopralluogo è stato già effettuato con il professor Alessandro Corsini e sono stati realizzati rilievi tramite drone e tecnologia laser scanner.
«L’ipotesi allo studio prevede un tracciato in un’area geologicamente migliore rispetto a quella attuale – ha spiegato Marenghi –. Trattandosi di zone private, sarà necessario ottenere il consenso dei proprietari per poter procedere. In una prima fase, verrà realizzata una pista di cantiere per consentire le indagini geologiche e tecniche. Queste serviranno a verificare la fattibilità del tracciato individuato e a confermare la validità della soluzione proposta».
Solo in un secondo momento sarà possibile elaborare il progetto definitivo e stimare i costi dell’intervento “che non saranno miti” conclude Marenghi. Data la complessità della situazione, al momento non è possibile prevedere le tempistiche. Nel frattempo, gli automobilisti continueranno a utilizzare le strade comunali alternative.

