Roshel, studentessa del Respighi e badante in estate
La 18enne, originaria dello Sri Lanka, ha ottenuto una pagella eccellente a scuola. Ma non sta con le mani in mano e ha cura di un'anziana all'Infrangibile

Elisa Malacalza
July 14, 2025|21 giorni fa

In pagella, al liceo Respighi, ha portato a casa la media dell’otto e mezzo. «8,25», precisa subito con disarmante umiltà. Per altri, alla sua età - diciott’anni compiuti in aprile - luglio è solo il tempo dei bagni in Trebbia e della sveglia che può suonare finalmente più tardi: per Roshel, invece, luglio è il mese in cui per quasi otto ore al giorno fa la badante, regolarmente contrattualizzata in un appartamento anni Settanta del vero Infrangibile, tra gli orti, gli alberi di susine e i giardini, dove una donna, che lei chiama per affetto nonna, ha perso ormai quasi tutti i suoi ricordi di vita, di cui c’è però traccia evidente, robusta e affettuosa nelle foto sul comò in legno all’ingresso.
Kurukulasuriya Fernando Roshel Thilini - questo il nome esteso della giovane studentessa - è nata a Piacenza, ma la sua famiglia, quando lei era ancora una bambina, è rientrata in Sri Lanka: «Quando poi avevo dodici anni siamo tornati qui, in Italia. Non è stato facile all’inizio, ma conoscere l’inglese mi ha aiutata parecchio a orientarmi, anche nella scrittura. Sinceramente mi sono trovata bene sia nella mia infanzia in Sri Lanka, sia nella mia vita a Piacenza... Ogni Paese ha di sicuro qualcosa da insegnare».
Roshel spiega che ad aiutarla a non sentirsi sola è stato anche il volontariato, in cui crede fortemente: «Da quando ho 14 anni presto servizio nella Croce rossa di Podenzano. Ho scelto questa realtà perché era già frequentata da alcune amiche e l’ho sentita come naturale, perché i miei genitori mi hanno cresciuta così. Con quei valori che credo possano aiutarmi sempre nella vita, i valori giusti, come il pensare agli altri e l’accogliere ogni giorno e ogni persona come un dono».
Il papà di Roshel, ogni giorno, da anni, indossa la tuta da operaio alla Fiorani carni. La mamma si occupa della pulizia all’Ausl, all’ospedale. Una vita di sacrifici pur di vedere studiare i figli: «Mio fratello frequenta già l’università, Ingegneria meccanica. Io sogno di diventare medico, sì. Chissà, per ora devo ancora fare la quinta superiore».
La relazione di cura in questa casa dell’Infrangibile, dove ci sono alle pareti le foto di famiglia e i ricordi di una vita di lavoro all’Arsenale, convince ogni giorno di più Roshel che la sua strada è quella del pensare a chi può avere bisogno: «La famiglia che mi ha dato questo lavoro è davvero un esempio per me. Sono tutte persone di cuore. Mi sento fortunata. La signora Antonia, che assisto, mi abbraccia sempre. Non mi pesa passare qui le mie giornate e provvedere a lei, alla pulizia, all’aiuto, in sostituzione alla badante che lavora in questa casa tutto l’anno e ora è rientrata in Sri Lanka per le ferie estive. La preghiera degli anziani è un dono per tutti».