Nuova cattedrale a Moroto, “creatura” del piacentino Roberto Gandolfi

Voluta dal vescovo Damiano Guzzetti che ha scelto "Robertone" come “uomo della Provvidenza per supervisionare l’opera”

Redazione Online
May 21, 2025|75 giorni fa
I lavori iniziati nel 2017 sono finiti e la cattedrale di Moroto è pronta
I lavori iniziati nel 2017 sono finiti e la cattedrale di Moroto è pronta
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di Maria Vittoria Gazzola
«Io sono venuto qui perché sono un credente, credo nel Vangelo, sono in Uganda dal 1990 e ogni giorno vivo il mio Vangelo». Questo è Roberto Gandolfi da Tavasca di Gropparello, dove si formano quelle dolci colline di buona terra che producono vino profumato e tante delizie per la tavola; noto anche come Robertone per la figura gigantesca che ti si para davanti e dinoccolata, un poco piegata in avanti, di finissimo cervello che non esibisce per infinita umiltà. Classe 1953, è nato fra quattro fratelli e una sorella, ha sempre fatto l’agricoltore, ma ha le capacità di un “Leonardo” nonostante la quinta elementare: «Non ho studiato tanto ma, credimi, da quando ho l’età della ragione non mi è mai capitato di chiedermi cosa devo fare ora», perché lui sa fare di tutto e non ama perdere tempo.
Dal 2017 è impegnato come direttore dei lavori, capocantiere, sovrintendente, geometra, ingegnere, all’occorrenza manovale, muratore, falegname e meccanico in una grande opera, la “summa” di tutto il suo prodigarsi da 35 anni in terra africana, questa “sua creatura” sarà inaugurata sabato 24 maggio a Moroto, nel nord est dell’Uganda. E’ la nuova cattedrale voluta dal vescovo Damiano Guzzetti, originario di Turate (Como), dal 24 maggio 2014 quarto vescovo delle diocesi di Moroto, in Karamoja che ha voluto espressamente Robertone, conoscendone le doti, per realizzare l’imponente costruzione sul versante più alto della città e reclamata da tempo dai fedeli. «Il sig. Roberto Gandolfi è il supervisore della realizzazione del progetto, è l’uomo mandato dalla Provvidenza per aiutarci a realizzarlo, ci ha accompagnati ed aiutati a superare le difficoltà, considerando anche quelle arrecate dalla pandemia da Covid 19, e per questo lo ringraziamo moltissimo», ha scritto il prelato sulla pubblicazione inaugurale che rimarrà negli annali di storia della diocesi. Intitolata all’Amore misericordioso di Cristo Re, la nuova cattedrale è un edificio apparentemente semplice, in mattoni a vista, a pianta circolare con il cupolone a base esagonale, senza fronzoli decorativi, e maestoso nello stesso tempo per dimensioni e collocazione sull’altura fra l’azzurro del cielo e il verde dei monti che sovrastano la cittadina ugandese. Può contenere 5mila fedeli, quella precedente, intitolata a Regina Mundi, è diventata piccola negli anni e mantiene il suo titolo di parrocchia. 
Roberto Gandolfi al lavoro per la cattedrale
Roberto Gandolfi al lavoro per la cattedrale