La zucca matta ridisegna il paesaggio lungo il Po
Un vero e proprio spettacolo di fine estate per i cambi di colore
Dea De Angelis
|33 giorni fa

Bosco ripariale argine golenale Isola Serafini - © Libertà/Dea De Angelis
Disegna un paesaggio incantevole, bellissimo. Esplorando sul finire dell’estate un bosco ripariale lungo l’argine golenale del Po, a Isola Serafini, nella bassa piacentina, a fatica si distinguono salici e pioppi, alberi tipici del lungo fiume. Perché? Perché sono completamente ricoperti da una pianta, specie invasiva: la zucca matta, così volgarmente denominata, di origine americana. Il suo nome scientifico – è utile precisarlo – è Sicyos angulatus. È circa un ventennio che in questa zona è presente e via via conquista nuovi spazi. Il paesaggio che regala al visitatore – la luce che penetra nel sottobosco al tramonto è filtrante – è tra il mistico e il reale. È una pianta annuale erbacea e rampicante. Dal suolo, grazie a cirri, così definiti, si arrampica sugli alberi, coprendone fusto e chioma. L’albero (salice o pioppo) che la sostiene è destinato a morire. Tra fine estate e inizio autunno la zucca matta (come mostra la fotografia) fiorisce. È un vero spettacolo. Anche la zucca matta, come gli alberi su cui si arrampica, dopo la disseminazione muore e il paesaggio cambia colore: da verde a marrone. Come è arrivata alla nostra Isola Serafini? Sembra che a spargere i primi semi siano stati uccelli migratori, l’ibis per esempio una delle nuove presenze lungo le anse del Grande Fiume. Il grande uccello mangia il frutto, non ne digerisce il seme e volando di qui e di là, favorisce l’espansione territoriale della pianta. Favorita anche da ambienti umidi, suolo argilloso, irrigazione nei campi coltivati (in zona ci sono estese colture di mais)…la zucca matta va, si espande.
Sconfinando dal confine piacentino, la troviamo anche sotto il ponte della vicina Cremona e pare a Roma e in nord Italia. Non è invece presente, almeno non è ancora segnalata, lungo i corsi d’acqua delle nostre vallate: Arda, Nure, Tidone, Trebbia, le maggiori. In queste settimane – dicevamo – è in fiore. Non è un caso se lungo il sentiero (indicato anche nelle guide “Camminate piacentine” di Officine Gutenberg) per raggiungere il bosco sia stato installato un apiario. La zucca matta è pianta ‘sfruttata’ dalle api come una delle ultime risorse alimentari prima del lungo inverno.
Sconfinando dal confine piacentino, la troviamo anche sotto il ponte della vicina Cremona e pare a Roma e in nord Italia. Non è invece presente, almeno non è ancora segnalata, lungo i corsi d’acqua delle nostre vallate: Arda, Nure, Tidone, Trebbia, le maggiori. In queste settimane – dicevamo – è in fiore. Non è un caso se lungo il sentiero (indicato anche nelle guide “Camminate piacentine” di Officine Gutenberg) per raggiungere il bosco sia stato installato un apiario. La zucca matta è pianta ‘sfruttata’ dalle api come una delle ultime risorse alimentari prima del lungo inverno.
