Come conservare i cosmetici
Quando buttarli, dove tenerli e quali scegliere perché si preservino nella maniera corretta salvaguardando la salute della pelle
Francesca Pelucchi
|16 giorni fa

La conservazione dei cosmetici: è importante sapere come - © Libertà/Francesca Pelucchi
I cosmetici spesso promettono giovinezza perpetua, risultati duratori e una tenuta long lasting. Purtroppo, però, a non essere per sempre, sono proprio loro: ombretti aperti da tempo, ma non completamente finiti, rossetti dimenticati sul fondo delle borse e profumi che conserviamo fino all’ultimo spruzzo, possono rivelarsi dannosi per la pelle. Ogni cosmetico, infatti, ha una vita ben precisa e indicata obbligatoriamente sulla confezione. Si chiama PAO, period after opening, cioè il numero di mesi di utilizzo possibile, una volta aperta la confezione. Ogni prodotto, ovviamente, a seconda degli ingredienti contenuti al suo interno, ma soprattutto dei conservanti scelti per il suo mantenimento, ha un periodo di sopravvivenza diverso e che va rispettato.
Diamo i numeri
Normalmente i cosmetici hanno una durata massima di trentasei mesi, per quel che riguarda gli olii che non contengono acqua, l’elemento più perituro e attaccabile da muffe e batteri dei cosmetici. Più comune, invece, è una durata di ventiquattro o dodici mesi, mentre i cosmetici biologici e organici possono spesso conservarsi dopo l’apertura per tre, massimo sei mesi, visto l’utilizzo frequente di ingredienti freschi. Un’attenzione particolare è da porre nei confronti dei prodotti solari che, finita la stagione, vanno buttati e non più utilizzati l’anno successivo. I prodotti studiati per la zona perioculare, come sieri e creme per il contorno occhi, mascara e prodotti in genere per le ciglia, andrebbero utilizzati per novanta giorni al massimo dall’apertura perché la zona è molto sensibile e delicata e va preservata con maggiore attenzione. Secondo numerosi studi, infatti, una persona su due, è soggetta ad allergie e deve quindi porre molta attenzione ai prodotti che sceglie. Perciò, questo tipo di cosmetici non è mai venduto in grossi formati. Stessa cosa vale per i cosmetici freschi o privi totalmente di conservanti la cui data di deperimento è ben indicata sulla confezione e si intende a partire dalla data di produzione e non di apertura del prodotto. Un esempio lo fornisce il brand austriaco Ringana per il quale il concetto di freschezza è imprescindibile. «Per noi freschezza significa poter fornire all’organismo tutti i principi attivi possibili di origine naturale. La possibilità di produrre in piccoli lotti e di spedire rapidamente ai clienti ci consente di rinunciare alle sostanze conservanti o mascheranti come le fragranze e di inserire ulteriori principi attivi nei nostri prodotti. La loro durata massima di conservazione per questo è di tre, sei mesi dalla data di produzione e non aperti, in modo da garantirne il totale effetto antiossidante», spiegano dall’azienda. «Evitiamo deliberatamente l’uso di conservanti sintetici e per proteggere i nostri cosmetici freschi dalla contaminazione microbica, combiniamo diverse strategie: una produzione priva di germi, il giusto valore di pH e l’uso dei cosiddetti multifunzionali, che, oltre a dispiegare il loro effetto principale, impediscono anche la crescita e la moltiplicazione dei microrganismi», continuano da Ringana.
Normalmente i cosmetici hanno una durata massima di trentasei mesi, per quel che riguarda gli olii che non contengono acqua, l’elemento più perituro e attaccabile da muffe e batteri dei cosmetici. Più comune, invece, è una durata di ventiquattro o dodici mesi, mentre i cosmetici biologici e organici possono spesso conservarsi dopo l’apertura per tre, massimo sei mesi, visto l’utilizzo frequente di ingredienti freschi. Un’attenzione particolare è da porre nei confronti dei prodotti solari che, finita la stagione, vanno buttati e non più utilizzati l’anno successivo. I prodotti studiati per la zona perioculare, come sieri e creme per il contorno occhi, mascara e prodotti in genere per le ciglia, andrebbero utilizzati per novanta giorni al massimo dall’apertura perché la zona è molto sensibile e delicata e va preservata con maggiore attenzione. Secondo numerosi studi, infatti, una persona su due, è soggetta ad allergie e deve quindi porre molta attenzione ai prodotti che sceglie. Perciò, questo tipo di cosmetici non è mai venduto in grossi formati. Stessa cosa vale per i cosmetici freschi o privi totalmente di conservanti la cui data di deperimento è ben indicata sulla confezione e si intende a partire dalla data di produzione e non di apertura del prodotto. Un esempio lo fornisce il brand austriaco Ringana per il quale il concetto di freschezza è imprescindibile. «Per noi freschezza significa poter fornire all’organismo tutti i principi attivi possibili di origine naturale. La possibilità di produrre in piccoli lotti e di spedire rapidamente ai clienti ci consente di rinunciare alle sostanze conservanti o mascheranti come le fragranze e di inserire ulteriori principi attivi nei nostri prodotti. La loro durata massima di conservazione per questo è di tre, sei mesi dalla data di produzione e non aperti, in modo da garantirne il totale effetto antiossidante», spiegano dall’azienda. «Evitiamo deliberatamente l’uso di conservanti sintetici e per proteggere i nostri cosmetici freschi dalla contaminazione microbica, combiniamo diverse strategie: una produzione priva di germi, il giusto valore di pH e l’uso dei cosiddetti multifunzionali, che, oltre a dispiegare il loro effetto principale, impediscono anche la crescita e la moltiplicazione dei microrganismi», continuano da Ringana.
Addio barattoloni
I prodotti che si conservano meglio nel tempo sono quelli per capelli e le creme corpo, sebbene quelle vendute nel classico barattolone stanno scomparendo a favore di confezioni più piccole, magari in tubi che evitino il contatto diretto delle mani con il prodotto. Questo perché i packaging di ultima generazione, in particolare quelli airless, che non lasciano entrare aria, proteggono sensibilmente meglio il cosmetico dai fattori che ne accelerano i processi di degradazione come l’ossigeno, la luce e il calore, che contaminano infatti le proprietà dei prodotti. È poi molto importante anche l’assenza di contatto delle dita all’interno del flacone, che potrebbe introdurre in modo diretto sporcizia e contaminanti. Quindi per essere certi dell’efficacia di un cosmetico è bene, prima di acquistarlo, controllare il PAO, verificare la tipologia di flacone in cui è contenuto e tenere le confezioni al riparo dalla luce e lontano da fonti di calore, evitando anche gli sbalzi di temperatura: il range ideale è quello fra i 10 e 28 gradi.
I prodotti che si conservano meglio nel tempo sono quelli per capelli e le creme corpo, sebbene quelle vendute nel classico barattolone stanno scomparendo a favore di confezioni più piccole, magari in tubi che evitino il contatto diretto delle mani con il prodotto. Questo perché i packaging di ultima generazione, in particolare quelli airless, che non lasciano entrare aria, proteggono sensibilmente meglio il cosmetico dai fattori che ne accelerano i processi di degradazione come l’ossigeno, la luce e il calore, che contaminano infatti le proprietà dei prodotti. È poi molto importante anche l’assenza di contatto delle dita all’interno del flacone, che potrebbe introdurre in modo diretto sporcizia e contaminanti. Quindi per essere certi dell’efficacia di un cosmetico è bene, prima di acquistarlo, controllare il PAO, verificare la tipologia di flacone in cui è contenuto e tenere le confezioni al riparo dalla luce e lontano da fonti di calore, evitando anche gli sbalzi di temperatura: il range ideale è quello fra i 10 e 28 gradi.
Conoscere i conservanti
Per distinguere che tipo di conservanti ci sono nei cosmetici, bisogna saper leggere l’INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients), l’elenco cioè degli ingredienti di un prodotto che si trova sulle confezioni. Nelle prime posizioni si trovano gli ingredienti contenuti in maggiore quantità all’interno della formulazione, mentre, in maniera decrescente, si trovano i componenti minori. Questi di solito sono gli additivi e i conservanti, che possono essere naturali o di sintesi. «I conservanti, anche nei prodotti eco biologici evitano la proliferazione di muffe, funghi e batteri, ma possono essere potenzialmente sostanze irritanti», spiega Eva Casagli, cofondatrice del brand Biofficina Toscana, «per questo è importante scegliere il tipo e la quantità corretta da inserire nei prodotti. La cosmesi eco bio presta particolare attenzione a questo, ammettendone solo alcuni ed escludendone altri, ammessi magari nella cosmesi tradizionale, con particolare attenzione al loro impatto ambientale e dermico. Sono, per esempio, esclusi i parabeni e accettati, invece, sali di acidi organici, Benzoic Acid, Dehydroacetic Acid e, ovviamente, tutti i conservanti naturali», conclude Casagli.
Per distinguere che tipo di conservanti ci sono nei cosmetici, bisogna saper leggere l’INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients), l’elenco cioè degli ingredienti di un prodotto che si trova sulle confezioni. Nelle prime posizioni si trovano gli ingredienti contenuti in maggiore quantità all’interno della formulazione, mentre, in maniera decrescente, si trovano i componenti minori. Questi di solito sono gli additivi e i conservanti, che possono essere naturali o di sintesi. «I conservanti, anche nei prodotti eco biologici evitano la proliferazione di muffe, funghi e batteri, ma possono essere potenzialmente sostanze irritanti», spiega Eva Casagli, cofondatrice del brand Biofficina Toscana, «per questo è importante scegliere il tipo e la quantità corretta da inserire nei prodotti. La cosmesi eco bio presta particolare attenzione a questo, ammettendone solo alcuni ed escludendone altri, ammessi magari nella cosmesi tradizionale, con particolare attenzione al loro impatto ambientale e dermico. Sono, per esempio, esclusi i parabeni e accettati, invece, sali di acidi organici, Benzoic Acid, Dehydroacetic Acid e, ovviamente, tutti i conservanti naturali», conclude Casagli.
Pennelli e spugnette
Non solo i cosmetici in senso stretto hanno, però, necessità di essere ben conservati e curati. Gli strumenti di bellezza come spugnette e pennelli da trucco vanno sostituiti periodicamente e detersi e fatti asciugare con grande cura per evitare che diventino dannosi per la pelle. La prima regola per capire se un pennello è ancora sano è vedere che non perda peli durante l’utilizzo e la detersione, che va comunque eseguita ogni due o tre giorni con detergenti neutri e specifici. Se accade che un pennello si spelacchi, va buttato e sostituito. È bene sapere poi che le spugnette per l’applicazione del fondotinta o la pulizia del viso hanno vita brevissima e vanno deterse anch’esse con grande frequenza con saponi il più possibile neutri per poi farle asciugare naturalmente, lontano da fonti di calore diretto. L’ideale sarebbe poi chiudere sempre i cosmetici con i propri tappi, matite, ombretti, ciprie, per evitare contaminazioni.
Non solo i cosmetici in senso stretto hanno, però, necessità di essere ben conservati e curati. Gli strumenti di bellezza come spugnette e pennelli da trucco vanno sostituiti periodicamente e detersi e fatti asciugare con grande cura per evitare che diventino dannosi per la pelle. La prima regola per capire se un pennello è ancora sano è vedere che non perda peli durante l’utilizzo e la detersione, che va comunque eseguita ogni due o tre giorni con detergenti neutri e specifici. Se accade che un pennello si spelacchi, va buttato e sostituito. È bene sapere poi che le spugnette per l’applicazione del fondotinta o la pulizia del viso hanno vita brevissima e vanno deterse anch’esse con grande frequenza con saponi il più possibile neutri per poi farle asciugare naturalmente, lontano da fonti di calore diretto. L’ideale sarebbe poi chiudere sempre i cosmetici con i propri tappi, matite, ombretti, ciprie, per evitare contaminazioni.