Alessandro Sisti: «Ai lettori di Libertà racconterò il Fumetto osservato da dentro»
Il celebre sceneggiatore di Topolino inaugura domani la sua rubrica settimanale, in uscita tutti i giovedì, "L'officina del Fumetto"

Eleonora Bagarotti
|50 giorni fa

Lo sceneggiatore Alessandro Sisti al Museo della stampa di Libertà
Le rubriche di Libertà si arricchiscono di un approfondimento imperdibile: ogni giovedì, a partire da domani, i nostri lettori potranno leggere “L’officina del Fumetto” dello sceneggiatore di Topolino e docente di scrittura creativa al Brera Alessandro Sisti.
Lo abbiamo incontrato nel Museo della stampa di via Benedettine.
Lo abbiamo incontrato nel Museo della stampa di via Benedettine.
Sisti, cosa dovranno aspettarsi i lettori dalla sua rubrica settimanale?
«L’intento è quello di raccontare il Fumetto visto da dentro, non da un critico né da un appassionato, ma da qualcuno che lo fa per professione da cinquant’anni».
«L’intento è quello di raccontare il Fumetto visto da dentro, non da un critico né da un appassionato, ma da qualcuno che lo fa per professione da cinquant’anni».
Lei insegna drammaturgia ed è sceneggiatore di Topolino. Il Fumetto continua a interessare anche i giovani ed è diventato una professione che richiede specifiche capacità.
«Come ogni altra professione, non ci si può improvvisare. Il genere funziona ancora perché è una narrazione ed è più facile da consumare. Da fruire è molto più veloce, ad esempio, di un romanzo, che ti tiene impegnato. Il Fumetto in molte nazioni, da noi un po’ meno, si consuma anche sui cellulari. Magari sei in metropolitana e intanto lo leggi sullo smartphone».
«Come ogni altra professione, non ci si può improvvisare. Il genere funziona ancora perché è una narrazione ed è più facile da consumare. Da fruire è molto più veloce, ad esempio, di un romanzo, che ti tiene impegnato. Il Fumetto in molte nazioni, da noi un po’ meno, si consuma anche sui cellulari. Magari sei in metropolitana e intanto lo leggi sullo smartphone».
Quindi sa competere molto bene con il mondo virtuale?
«Assolutamente sì. Una delle cose che preparerò e che leggerete su Libertà, è il fatto che i grandi classici dei fumetti tengono ancora - parliamo di quelli avventurosi come Tex piuttosto che Zagor oppure del mio Topolino - però ultimamente funzionano particolarmente bene, su un pubblico molto giovane, fumetti in libreria i cui autori sono anche Youtuber e molto attivi sui social perché comunque coprono, a tutto campo, quella che è l’offerta mediatica».
«Assolutamente sì. Una delle cose che preparerò e che leggerete su Libertà, è il fatto che i grandi classici dei fumetti tengono ancora - parliamo di quelli avventurosi come Tex piuttosto che Zagor oppure del mio Topolino - però ultimamente funzionano particolarmente bene, su un pubblico molto giovane, fumetti in libreria i cui autori sono anche Youtuber e molto attivi sui social perché comunque coprono, a tutto campo, quella che è l’offerta mediatica».
Il ruolo dell’Intelligenza Artificiale in questo campo?
«Per il momento, zero».
«Per il momento, zero».
E questa è una bella notizia, direi.
«È comunque una notizia interessante. Visto che io insegno a scrivere agli umani, ho fatto dei tentativi per insegnare a scrivere all’Intelligenza Artificiale in modo professionale. Per ora non è possibile, però è un’assistente interessante, è divertente. Sono carini gli imbarazzi, quando gli chiedi di scrivere qualcosa di brutto, di negativo o di fare la parte di qualcuno cattiv e l’AIti dice “Io no, queste cose non si fanno!”».
«È comunque una notizia interessante. Visto che io insegno a scrivere agli umani, ho fatto dei tentativi per insegnare a scrivere all’Intelligenza Artificiale in modo professionale. Per ora non è possibile, però è un’assistente interessante, è divertente. Sono carini gli imbarazzi, quando gli chiedi di scrivere qualcosa di brutto, di negativo o di fare la parte di qualcuno cattiv e l’AIti dice “Io no, queste cose non si fanno!”».
C’è qualche personaggio, o meglio qualche storia tra quelle da lei narrate, che porta nei suoi ricordi in modo particolare?
«Io sono affezionato, tanto per cominciare, al mio personaggio, che si chiama PK ed è l’evoluzione di Paperinik perché lo faccio da tantissimo tempo e l’anno prossimo farò i trent’anni. Nel contempo, mi sto molto divertendo perché, nell’ambito Disney, parliamo da sempre di Cornelius Coot, il fondatore di Paperopoli, ma ne parliamo solo in modo astratto. Invece il direttore di Topolino mi ha detto: “Fai una biografia seria, come se fosse veramente esistito”. Quindi mi sto divertendo molto, soprattutto nella ricerca storica per creargli un background, un retroterra solido. E sto già sviluppando idee interessanti».
«Io sono affezionato, tanto per cominciare, al mio personaggio, che si chiama PK ed è l’evoluzione di Paperinik perché lo faccio da tantissimo tempo e l’anno prossimo farò i trent’anni. Nel contempo, mi sto molto divertendo perché, nell’ambito Disney, parliamo da sempre di Cornelius Coot, il fondatore di Paperopoli, ma ne parliamo solo in modo astratto. Invece il direttore di Topolino mi ha detto: “Fai una biografia seria, come se fosse veramente esistito”. Quindi mi sto divertendo molto, soprattutto nella ricerca storica per creargli un background, un retroterra solido. E sto già sviluppando idee interessanti».