La seconda serata a Bobbio incorona Valerio Mastandrea

Al Film Festival ovazioni e lunghissimi applausi all'attore che ha presentato il suo "Nonostante". Una storia d'amore e una potente metafora

Barbara Belzini
August 4, 2025|1 giorno fa
Gattoni, Elena Bellocchio, Pedrazzini, Mastandrea, Pier Giorgio Bellocchio, Magrelli e Mancino a Bobbio
Gattoni, Elena Bellocchio, Pedrazzini, Mastandrea, Pier Giorgio Bellocchio, Magrelli e Mancino a Bobbio
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La seconda serata del Bobbio Film Festival è stata dedicata a Valerio Mastandrea, che questa volta è arrivato ai Chiostri di San Colombano per presentare il suo secondo film da regista: «Nonostante» è un racconto surreale trasognato e malinconico, ovvero tutto quello che ci si potrebbe aspettare da un film scritto dall’attore romano, coadiuvato nella sceneggiatura da Enrico Audenino.
Il film è ambientato in un ospedale, dove un uomo ricoverato, interpretato dallo stesso attore, vive in una quieta routine fino a quando una nuova paziente arriva in reparto. Attraverso una storia d’amore e una potente metafora, Mastandrea ci parla in modo intimo, quasi sussurrandoci all’orecchio, di vita e di morte, di tragedie da attraversare, di piccole persone, che siamo noi, davanti a grandi salti nel vuoto.
Davanti a una sala sold out e a un pubblico conquistato da questa storia intima e potente, il regista, tra garbo e ironia, ha risposto a tante domande, dai voli sul set girati personalmente, ai dubbi, ai finali alternativi, alle scene tagliate, agli omaggi a Mazzacurati e a Caligari: «Era un’idea balzana, ed eravamo noi i primi a dubitarne, ma con il tempo ha preso forma - ha raccontato -. Abbiamo cominciato a identificare la storia d’amore come una festa delle medie, dove alle quattro del pomeriggio ti innamori di una e alle otto suona il citofono e lei se ne va, e tu intanto hai vissuto una vita intera con qualcuno che non vedrai mai più. Il film è una metafora dell’immobilità: quando stai tra la vita e la morte il tempo ha un altro valore, come quando sei innamorato».