In regione 57,2 milioni contro la povertà

In Emilia-Romagna la percentuale di famiglie a rischio di esclusione sociale è salita dal 7,4% nel 2023 al 10,1% nel 2024, per un totale di 450 mila persone

Redazione Online
June 23, 2025|2 giorni fa
pcm ansa la sede della regione emilia0romagna in viale aldo moro
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In Emilia-Romagna sul programma povertà per il 2025 vengono stanziati 57,2 milioni di euro, di cui 22,5 milioni di risorse regionali. Fondi rivolti a contrastare le fragilità sociali come emarginazione e povertà (a partire da infanzia e adolescenza). Il 90% delle risorse va alle famiglie. Parte di questi fondi saranno assegnati anche per la qualificazione del sistema di accoglienza, in attuazione delle linee guida nazionali per l’affidamento familiare. Risorse anche per favorire la fruizione del trasporto pubblico locale da parte di persone in condizione di fragilità sociale. Programmati anche interventi rivolti al reinserimento sociale delle persone sottoposte a provvedimenti limitativi della libertà personale. Infine, prevista l’attuazione di azioni di contrasto alla povertà educativa.
Via libera dalla commissione Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Gian Carlo Muzzarelli, alla ripartizione delle risorse del fondo sociale regionale per 2025.
«Un impegno fondamentale – rimarca Muzzarelli sul tema – frutto di un’azione collettiva nazionale e regionale, con il diretto coinvolgimento anche degli enti locali. In Emilia-Romagna in pochi anni sono raddoppiate le famiglie in povertà, con la conseguenza del calo dei consumi. C’è sempre più il bisogno di aiutare chi non riesce da solo a sostenere il costo della vita, serve uno sforzo più ampio e al centro mettiamo i principi dell’uguaglianza e dell’inclusione».
Spiega l’assessora regionale al contrasto alle povertà, Elena Mazzoni: «La povertà è una condizione complessa che tocca ogni aspetto della vita: lavoro, casa, salute, educazione, relazioni. Non possiamo ignorare i dati allarmanti: in Emilia-Romagna la percentuale di famiglie a rischio povertà ed esclusione sociale è salita dal 7,4% nel 2023 al 10,1% nel 2024, per un totale di circa 450 mila persone. L’inflazione ha aggravato questa situazione, imponendoci un impegno ancora più forte e coordinato». Sulle risorse messe in campo: «Le risorse messe a disposizione a valere sul fondo nazionale povertà per il 2025 ammontano a 22,1 milioni per la quota servizi e 1,8 milioni per la quota povertà estrema a cui si aggiungono i contributi per l’assunzione di assistenti sociali che negli anni passati è valso circa 10 milioni annui. In aggiunta finanziamo ai comuni le misure di contrasto alle disuguaglianze e vulnerabilità sociale con 3,6 milioni di euro sostenendo spese per affitto, utenze, buoni spesa, percorsi socioeducativi, accompagnamenti relazionali, sostegno agli studenti e contributi per la cura degli animali da compagnia dei senza dimora. Ulteriori 1,5 milioni di risorse regionali sono stanziate per la mobilità di soggetti vulnerabili, famiglie numerose, disabili, anziani, senza dimora, vittime di tratta e protezione internazionale. Sul fronte europeo, abbiamo presentato una proposta da quasi 8 milioni di euro sull’avviso INtegra 2024 del FSE+, nell’ambito del programma nazionale inclusione e lotta alla povertà, coinvolgendo 12 enti territoriali da Piacenza a Rimini per azioni concrete per l’inclusione sociale delle persone a rischio di grave marginalità e senza dimora».
Interviene l’assessora regionale al welfare, Isabella Conti: «Dall’Emilia-Romagna c’è particolare attenzione al tema delle fasce grigie, che riguarda le famiglie fragili e precarie; mettiamo un milione di euro in più per i centri per le famiglie, l’obiettivo è quello di contenere le fragilità e le diseguaglianze». Prosegue sul tema delle conflittualità nelle famiglie: «Particolarmente marcato se c’è disagio sociale, in particolare nella fase della separazione dei genitori; la conflittualità nelle famiglie genera a cascata altri problemi, diventa quindi centrale sostenere la genitorialità». Aggiunge: «Risorse, poi, per contrastare le devianze fra i giovani, incentiviamo l’educativa di strada, intercettiamo i disagi direttamente sulla strada». Evidenzia: «Particolare attenzione anche alla formazione degli insegnanti su queste tematiche. Al via un progetto pilota da infanzia a secondaria di primo grado su base volontaria». Conclude: «Attivi anche sul tema degli affidi, si registrano più allontanamenti di minori nelle famiglie, il costo sociale è altissimo, serve intervenire».
Interviene Valentina Castaldini (Forza Italia): «Importante riconoscere la centralità della famiglia come primario riferimento sociale, con particolare attenzione ai temi dell’infanzia e dell’adolescenza». Aggiunge sul tema dell’affido familiare: «Programmazione coerente con le linee guida nazionale, finalmente si investe su un tema importante, serve un tavolo di lavoro stabile».
Francesco Sassone (Fratelli d’Italia) sui centri per le famiglie: «L’assessore ci dice cose in più, aspetti che non sono presenti nel documento, a partire dal supporto alle coppie in fase di divorzio». Conclude: «Da rivedere il piano sociale e sanitario regionale».
«Una proposta di qualità, c’è l’idea di un welfare che si prende cura, importante che le politiche sociale siano trasversali, con il coinvolgimento delle diverse competenze», rimarca Fabrizio Castellari (Partito democratico). Conclude: «Con questo programma si mette al centro l’obiettivo di contrastare le nuove fragilità».
Per  .Elena Ugolini (Rete civica) «servirebbe una progettazione a più largo respiro, manca un ripensamento sul piano sociale e sanitario regionale»
Per Nicola Marcello (Fratelli d’Italia) «l’incremento è dovuto al fondo statale, non c’è invece un aumento di risorse regionali, serve più attenzione verso alcuni ambiti, a partire dalle grandi disabilità».
Maria Costi (Partito democratico) rileva che «aumentano le diseguaglianza e aumenta la povertà, serve innovazione sui servizi, serve flessibilità, questa progettazione convince, importante guardare ai giovani».
Alice Parma (Partito democratico) sulla stessa linea: «Oggi la giunta presenta una programmazione importante; abbiamo mantenuto un impegno preso e stiamo lavorando sui nuovi bisogni e sui nuovi servizi. Sono virtuosi i progetti sull’educazione di strada e i centri per le famiglie».
Giovanni Gordini (Civici con de Pascale): «Servono strumenti che ci consentano di tradurre i cambiamenti, con particolare attenzione ai giovani»