Gli uomini d’acciaio superano 24 ore di prove massacranti

I piacentini Riccardo Bassani e Luigi Involti arrivati secondi allo Steelman H24 di Gaeta, una delle gare più dure al mondo

Michele Rancati
Michele Rancati
May 30, 2025|27 giorni fa
Riccardo Bassani (a sinistra) e Luigi Involti in azione allo Steelman H24
Riccardo Bassani (a sinistra) e Luigi Involti in azione allo Steelman H24
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È bastato un sonno ristoratore, dopo 24 ore di prove massacranti, per passare da un rigido «mai più» a un perentorio «l’anno prossimo ritorniamo».
I piacentini Riccardo Bassani e Luigi Involti (titolare della palestra Crossfit Piacenza il primo, architetto-triatleta il secondo) sono arrivati secondi a una delle gare più dure del mondo: lo Steelman H24, che si svolge ogni anno a Gaeta (Latina).
«Si tratta di un evento unico - spiega Bassani - che si affronta in coppia. Sono otto prove da affrontare in 24 ore consecutive: 9 chilometri di corsa, due di nuoto in mare aperto, 10 di kayak, una prova di forza con un workout di crossfit, 42 chilometri di mountain bike su terreno non lineare, un workout a sorpresa, 42 chilometri di vogatore e un wod ibrido. Ogni prova ha un tempo limite per essere terminata, poi riposo e orario fissato per la partenza di quello successivo. Praticamente tutto senza sosta, alla fine si sommano i tempi ed esce la classifica. Noi siamo arrivati secondi, anche se già arrivare alla fine rappresenta un risultato davvero eccezionale».

Uno sforzo fisico immane (si bruciano complessivamente oltre novemila calorie), ma anche psicologico: «È massacrante sotto tutti i punti di vista - commenta Bassani - e ovviamente serve una adeguata preparazione fisica, che per noi è durata circa sei mesi. Ma la vera differenza si deve fare a livello mentale, perché fatica e sforzo si superano andando oltre quelli che si credono i propri limiti. Noi siamo stati bravi ad aiutarci a vicenda, senza avere mai cedimenti, anche quando il corpo è andato davvero in difficoltà per stanchezza, crampi, fame e sonno».
Allo Steelman, infatti, non si dorme: «Al massimo “pisolini” da 10 minuti, ma poi bisogna alimentarsi correttamente, scaldarsi per la prova successiva, recuperare con la testa, perché è un continuo alternarsi di adrenalina e sconforto. È stata una vera impresa - conclude - e appena arrivati ci siamo detti che non l’avremmo tentata di nuovo. Ma lunedì mattina, appena svegli, io e Luigi ci siamo guardati in faccia e abbiamo sorrido: entrambi avevamo già voglia di tornare, visto che avevamo vinto l’iscrizione 2026».