E il rider corre: «L’asfalto brucia bevo tantissimo, ma siamo da soli»

Sull’indennità climatica: «Pochi centesimi all’ora sono insignificanti, dovrebbe essere obbligatoria»

Marcello Pollastri
Marcello Pollastri
July 5, 2025|31 giorni fa
Due rider su Corso Vittorio Emanuele - © Libertà/Marco Grisoli
Due rider su Corso Vittorio Emanuele - © Libertà/Marco Grisoli
1 MIN DI LETTURA
Nel bel mezzo dell’ondata di calore che sta investendo anche Piacenza, mentre i termometri sfiorano i 40 gradi, i rider continuano a pedalare o sgasare tra le vie arroventate, zaino in spalla, senza un’area di sosta, senza rimborsi, senza un riconoscimento specifico.
Abbiamo incontrato Alex, 29 anni, origini bangalesi, rider per una nota piattaforma che consegna pasti a domicilio da oltre tre anni, per capire cosa significhi lavorare così, d’estate, e cosa pensa della proposta - avanzata da alcuni sindacati - di introdurre una indennità climatica per i lavoratori del delivery. 
«Non è solo il caldo: è l’asfalto che brucia, lo zaino che trattiene il calore, i tempi stretti per le consegne - racconta - . Sudi già dopo il primo ordine, e se sei in bici è ancora peggio. Quando entri nei locali per ritirare, senti il fresco dell’aria condizionata per dieci secondi e poi sei di nuovo fuori, sotto il sole»