Droga nei canali e sull'argine di Po, 6 arrestati e 10 indagati
Centinaia le cessioni di droga: coca marijuana, hashish. Gli spacciatori operavano nelle campagne di Pievetta, Borgonovo, Sarmato, Gragnano e Agazzano
Redazione Online
June 4, 2025|21 giorni fa

Sei arresti e dieci persone indagate. E' il bilancio di una importante e articolata operazione dei carabinieri della Compagnia di Bobbio, coordinati dalla Procura della Repubblica di Piacenza, conclusa nella mattinata di mercoledì 4 giugno. Le persone arrestate e indagate avrebbero fatto parte di una rete criminale dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti radicata sul territorio piacentino.
Per 5 degli arrestati di loro si sono aperte le porte del carcere, mentre una è stata posta agli arresti domiciliari. Dieci le persone complessivamente indagate, 9 uomini di origini marocchine e una donna italiana, tutti di età compresa tra i 23 e i 32 anni. Stando a quanto emerso dalle indagini gli stessi, avrebbero posto in essere un collaudato sistema per smerciare elevati quantitativi di droga - cocaina, eroina e hashish - nei canali in zone rurali dei comuni di Castel San Giovanni, Borgonovo, Gragnano, Sarmato, Agazzano e lungo il Po a Pievetta di Castel San Giovanni, nonché in alcuni comuni del Lodigiano.
Le indagini, supportate da intercettazioni telefoniche e servizi di osservazione e pedinamento, hanno consentito ai militari di ricostruire nel dettaglio le modalità di spaccio adottate dai dieci indagati e, per questo, tutti a vario titolo gravemente indiziati del reato di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso.
Lo smercio avveniva nelle campagne, in zone isolate dove, complice la vegetazione e la scarsa illuminazione, sfruttando anche nascondigli di fortuna quali canali per l’irrigazione e fossati, gli spacciatori attendevano i clienti dopo avere avuto un preliminare contatto telefonico, su utenze dedicate ed utilizzate solo per l’attività di spaccio.
Numerosissimi gli episodi di spaccio documentati dai militari dall’arma, così come tanti sono stati gli acquirenti identificati. Risultano tuttora ricercati altri quattro indagati, tutti senza fissa dimora, di cui tre destinatari di misura cautelare in carcere ed uno di divieto di dimora nella provincia di Piacenza.