Consorzio Vini Doc, tempo di scelte ma anche di assumersi responsabilità

Venerdì l’incontro con l’assessore regionale ed altri importanti interlocutori, ma sono solo i vignaioli che possono risolvere la crisi

Giorgio Lambri
Giorgio Lambri
July 23, 2025|21 giorni fa
Consorzio Vini Doc, tempo di scelte ma anche di assumersi responsabilità
2 MIN DI LETTURA
 “Il tempo delle scelte”. Si intitola così l’incontro che si svolgerà venerdì, con inizio alle ore 15, nella Sala Bertonazzi del Palazzo dell’Agricoltura di Piacenza, organizzato Consorzio di tutela vini DOC Colli Piacentini, con la partecipazione - in qualità di relatori - del presidente del Comitato Nazionale Vini del Ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Michele Zanardo, dell’Assessore all’Agricoltura e agroalimentare, caccia e pesca della Regione Emilia-Romagna Alessio Mammi e dell’esperto del Settore Organizzazioni di mercato, qualità e promozione della Regione Emilia-Romagna Alberto Ventura.
Il focus del confronto è ovviamente la sopravvivenza del Consorzio stesso, minata dall’annunciata uscita a fine anno - della Cantina sociale di Vicobarone che, unita a quelle precedentemente decise - in tempi diversi - da altre importanti realtà vitivinicole locali, porrebbe questa istituzione in una condizione di minoranza e quindi di ingovernabilità rispetto al mondo produttivo delle Doc. Sono invitati all’incontro viticoltori grandi e piccoli, ma anche le istituzioni, gli amministratori locali, le associazioni di rappresen-tanza del mondo agricolo e di quello imprenditoriale.
Il titolo è “tranchant” perché se è il tempo delle scelte, bisognerebbe capire bene quali sono queste scelte. Fuori o dentro? Fuori o dentro solo a certe condizioni? Fuori o dentro solo se cambia la governance? Fuori o dentro solo se c’è anche “quell’altro”? Ma questo non è il momento dei troppi discrimine.
Siamo di fronte a una situazione la cui gravità viene a mio avviso solo parzialmente percepita nelle sue possibili, disastrose conseguenze. C’è addirittura chi mi ha scritto “ovviamente” diffidandomi poi dall’attribuirgli pubblicamente questa affermazione - che la chiusura sarebbe, cito testualmente, “come un metanolo piacentino, cioè un terremoto che di fatto ha poi rilanciato il vino italiano”. Visione assurda e “tafazziana” ma comunque frutto di un pensiero consapevole, seppure contorto e di nicchia. Quindi quali scelte?
Tutti o quasi riconoscono che la chiusura del Consorzio sarebbe un disastro per il sistema vitivinicolo della provincia di Piacenza perché importanti decisioni che oggi vengono prese sui nostri vini Doc nel territorio e per il territorio, sarebbero delegate a Bologna. Ma anche perché sul piano dell’immagine, vedere naufragare questo organismo in una provincia che sul vino ha costruito un solido pilastro economico e di marketing territoriale, non sarebbe proprio un gran risultato.
Senza contare che, se il Consorzio muore, per la sua “resurrezione” sono indispensabili, secondo gli addetti ai lavori, tempi tecnici non inferiori ai quattro anni.
E allora secondo me il titolo, o comunque il senso, dell’incontro di domani dovrebbe cambiare: non il tempo delle scelte, ma il tempo delle responsabilità. Perché questo è il momento dell’assunzione di precise responsabilità di fronte al territorio, da parte di TUTTI (non si dovrebbe giornalisticamente utilizzare parole maiuscole ma è un rafforzativo che in questo caso mi sembra opportuno), di chi magari deve valutare se fare un passo indietro e di chi deve valutare se fare un passo avanti, di chi è disponibile a guardare al futuro anziché continuare a voltarsi indietro, di chi è disposto a mettersi in gioco non solo per sè stesso.
Giova ricordare che l’etimologia della parola “consorzio” deriva dal latino “consortium”, che significa partecipazione alla stessa sorte; società; comunanza di beni ma anche di intenti.
Ha quindi una valenza profondamente positiva costruita sull’aggregazione e su quella consapevolezza che sicuramente ha animato quasi 40 anni fa i fondatori del Consorzio Tutela Vini DOC Colli Piacentini, “produttori piacentini che ritenevano importante collaborare per promuovere i vini locali a denominazione di origine” ben consci del fatto che “la promozione, la valorizzazione e la tutela hanno lo scopo di elevare e salvaguardare l’immagine delle nostre eccellenze enologiche”.
A prescindere da quanto verranno a dire di certamente costruttivo gli esperti relatori dell’incontro di venerdì, gli strumenti per salvare il Consorzio sono nelle mani dei vignaioli piacentini, grandi e piccoli. Nell’ultimo articolo che ho dedicato qualche giorno fa a questo tema ho citato i più importanti - alcuni già presenti, altri che ne sono usciti proprio per sottolineare il fatto che questo non può essere il momento di puntare il dito con chi non c’è o di attribuire colpe o di tirar fuori gli immancabili “io lo avevo detto”.
E’ l’occasione per dimostrare che Piacenza, nella difficoltà, sa davvero fare squadra, anche anteponendo il bene comune al proprio.