Visite e esami entro dieci giorni. Nei tempi il 67% delle richieste all’Ausl

Per le attività (classe B) quasi 200 richieste ma 7 giorni neri: male visita fisiatrica e dermatologica, risonanza colonna, visita gastro

Simona Segalini
Simona Segalini
|13 giorni fa
Visite e esami entro dieci giorni. Nei tempi il 67% delle richieste all’Ausl
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In (momentaneo?) affanno visite e accertamenti diagnostici da compiere entro 10 giorni nell’ambito del servizio sanitario nazionale: nell’ultima settimana monitorata (29 settembre-5 ottobre) dal sistema regionale, infatti, le attività sanitarie con classe di priorità B presso l’Ausl di Piacenza hanno registrato un tasso di rispetto dei tempi di attesa che è sceso al 67,2% contro l’82 per cento di sole tre settimane fa.
A patire difficoltà di variabile entità la visita fisiatrica (i cui tempi di effettuazione, 10 giorni, sono stati rispettati soltanto nel 13% delle richieste), la risonanza muscolo-scheletrica (50%), la risonanza alla colonna (10%), la visita dermatologica (8%), la visita gastroenterologica (50%). Figurano a zero le richieste (e quindi il tasso di rispetto della tempistica) la Tac al rachide e l’ecografia capo-collo.
Le 47 prestazioni
A zero di performance anche la visita ortopedica (ma, in questo caso, figuravano 7 richieste nella settimana in esame). Il totale, per l’elenco delle 47 prestazioni (dove una buona parte gode comunque del colore verde, dunque rispetta i tempi), è pari al 67,2%, con solamente l’Ausl di Parma messa peggio, al 61%. In base al sistema regionale di monitoraggio, per ciascuna azienda sanitaria e per ciascuna prestazione monitorata è indicata la percentuale di prenotazioni con tempo di attesa entro agli standard regionali: 30 giorni per le visite e 60 giorni per la diagnostica classe di priorità D; 10 giorni per le visite e per la diagnostica classe di priorità B; 120 giorni per le visite e per la diagnostica (classe di priorità P). La classe che nell’ultima settimana ha subìto un peggioramento è la B.
La Corte dei Conti
E’ di pochi giorni fa la notizia secondo la quale la Corte dei conti ha bacchettato l’Ausl di Piacenza. Oggetto del richiamo, le liste d’attesa per visite e esami diagnostici priorità D (categoria differibili), i cui tempi - secondo l’organo di controllo - non sarebbero in linea con i livelli di performance fissati dalla Regione. All’85% del soddisfacimento, ma ancora sotto l’asticella del 90%.
A certificare la contestazione è stata una delibera della Corte, la numero 120 del 18 settembre scorso, che insieme al dibattuto argomento delle liste ha preso in esame anche l’esercizio intra moenia, ovvero la possibilità concessa ai medici dipendenti del Servizio sanitario nazionale di svolgere, all’interno delle strutture pubbliche, prestazioni a pagamento fuori dall’orario di lavoro ordinario. Secondo la normativa, l’esercizio della libera professione deve avvenire senza penalizzare l’attività istituzionale e senza incidere negativamente sui tempi di accesso alle cure.