«Tutta la nostra vita insieme a Libertà». Lettori protagonisti
Tra studi televisivi e redazione la prima giornata dell’abbonato. «Perché ci piace? Fa informazione, risolve problemi»
Elisabetta Paraboschi
|19 giorni fa

Gli abbonati di Libertà visitano il Museo della stampa nella sede via Benedettine - © Libertà/Betty Paraboschi
«Io ero proprio qui». Camillo Minuti compirà 92 anni fra qualche giorno: fino al 31 dicembre 1986 le sue giornate erano scandite dal lavoro in tipografia a Libertà, dove oggi c’è il Museo della Stampa. «Sono andato in pensione il primo gennaio 1987 e qui non ero più tornato: quante cose sono cambiate - spiega guardandosi intorno - è un’emozione». Lui è uno degli abbonati che il Gruppo Libertà ha deciso di festeggiare con una prima giornata dell’abbonato a cui ha partecipato un’ottantina di persone: una mattina a visitare gli spazi della redazione, a incontrare i giornalisti - la grande famiglia come ci si definisce qui dentro - e a scoprire cosa ci sia dietro un articolo del giornale, un servizio tg di Telelibertà o una notizia che appare sul sito Liberta.it come quella che state leggendo.

«Ho iniziato a lavorare qui nel 1956, ma prima ero alla tipografia Del Maino che rivaleggiava con Bodoni a Parma - spiega Minuti - venivo alla mattina e preparavamo i giornalini, i libri, le pubblicazioni per Rdb, Astra e altri. Si faceva tutto a mano, un altro mondo: sono stato fortunatissimo perché il lavoro mi piaceva tanto».
Giuseppe Vignola ha portato con sé una fotografia: è stata scattata nel 1962 e lo ritrae in compagnia di un amico e con Libertà nella tasca del cappotto. «Passano gli anni, ma Libertà per me è tutto» spiega.
«Oramai sono 50 anni che la leggiamo, la prendiamo ogni giorno - fa presente Roberto Rocca - per me è un giornale che rappresenta tutta la città di Piacenza».




