«Giovani e anziani coinquilini, solidali contro il caro affitti»
Bighi (coordinatore provinciale Uil): puntare sul co-housing. Una stanza per studenti con un piccolo canone in casa di persone fragili

Patrizia Soffientini
|7 ore fa

Anziani - © Libertà/Mauro Del Papa
Il tema del caro affitto è più che mai in agenda anche in una città come Piacenza, e ancor più la difficoltà di trovare alloggi. Sul tema interviene la Uil, per voce di Francesco Bighi, coordinatore provinciale del sindacato.
Una risposta possibile è il cohousing intergenerazionale. Per contrastare sia il cato affitti, sia la solitudine. Quello che serve è dunque un modello abitativo «fondato sulla convivenza solidale tra persone anziane e studenti». La proposta da coltivare è quella di pattuire e concordare il pagamento di un piccolo contributo economico: «ragazze e ragazzi fuori sede possono affittare una stanza all’interno dell’abitazione di una persona anziana».
Una soluzione per due
Bighi riprende un argomento molto trattato ormai anche a Piacenza, città in attesa di avere un numero congruo di studentati. «Negli ultimi anni il costo dell’affitto per gli studenti universitari nelle principali città italiane è aumentato in maniera esorbitante. - Prosegue il coordinatore - L’anno passato, in Italia si sono contati circa 4,6 milioni di persone over 65 che vivono sole in case spesso troppo grandi per loro».
No all’isolamento
Il cohousing intergenerazionale rappresenta dunque uno strumento concreto per combattere l’isolamento delle persone anziane e contrastare l’emergenza dei canoni alti, ma anche della penuria, al momento, di abitazioni. «Grazie a questo modello si riduce il costo dell’abitare, si favorisce la socialità, si migliora la qualità della vita per entrambe le parti. Il cohousing mette in comune spazi, tempo e competenze - prosegue Bighi - risponde a bisogni concreti e rende le comunità più inclusive e solidali, in un’ottica di reciprocità tra generazioni».
La proposta
Ma come realizzare tutto questo? La proposta della Uil è diretta ovviamente alle istituzioni: «Infatti chiediamo alle Regioni, ai Comuni e alle Università di istituire un programma attraverso il quale si possa garantire uno scambio sicuro e conveniente sia per i giovani sia per gli anziani». Perché il cohousing intergenerazionale possa diventare una pratica diffusa e tutelata, servono strumenti chiari e condivisi. Da qui l’idea di un accordo quadro fra istituzioni. «Sindacati e Università potrebbero definire linee guida omogenee in materia di abitare condiviso, garantire standard di sicurezza, qualità e tutela per entrambe le parti, favorire la nascita di progetti pilota pubblici e privati». Si tratta di dare una risposta strutturale, conclude Bighi, nel segno della convivenza sociale e del patto fra generazioni, anche perché i costi degli studentati avranno valori più alti.