Claudio Scagnelli: «Qui a Pellacini di Farini la libertà ha radici profonde»
«Mio padre ha sempre sostenuto che qui si vivesse troppo bene per andarsene e sono d’accordo, anche se non è semplice»
Claudia Molinari
|51 giorni fa

Claudio Scagnelli con il papà Benvenuto e una veduta dell’azienda agricola
In Alta Val Nure, tra gli 800 e i 1000 metri di altitudine, Claudio Scagnelli rappresenta la quarta generazione di una famiglia agricola che ha scelto di restare. Nei decenni scorsi quando le montagne si spopolavano, suo padre ha continuato a credere nella forza del territorio. “Ha sempre sostenuto che qui si vivesse troppo bene per andarsene e sono d’accordo”, dice.
Siamo a Pellacini, una piccola località nel comune di Farini, provincia di Piacenza. È qui che Claudio è nato e cresciuto, ed è qui che ha deciso di costruire il suo futuro. Alle spalle, una tradizione solida, ancora viva nella Trattoria dei Cacciatori gestita dalla madre. Davanti, un’attività agricola articolata e in espansione, portata avanti con passione e resilienza.
Oggi Claudio gestisce due aziende: una individuale, dedicata all’ingrasso dei bovini, e una condivisa con il padre – l’“Azienda Agricola Scagnelli Claudio e Benvenuto” – alla quale collabora anche la sorella Laura. L’allevamento è il cuore dell’impresa: 50 capi da latte (destinato principalmente ad Agri Piacenza Latte), una seconda stalla con altri 60 capi destinati alla rimonta, e una filiera foraggera ben strutturata. I 130 ettari di terreno – distribuiti tra i 400 e i 1150 metri di altitudine – ospitano coltivazioni di cereali, fieno e patate, quest’ultime destinate alla vendita diretta. “Per alimentare le nostre stalle acquistiamo anche fieno in piedi da altre aziende della zona, per circa 50 ettari”, spiega Claudio. A questo si aggiunge la gestione del bosco: legna da ardere, tronchi di pino per opere e cippato, tutto ricavato nel rispetto dell’ambiente montano.
Ma vivere in montagna non è semplice. Tra i principali ostacoli, la fauna selvatica: lupi, cinghiali e caprioli mettono a rischio le colture e gli animali da allevamento. E poi c’è il clima, spesso estremo e imprevedibile. “Quest’anno i terreni erano troppo bagnati per le semine”, racconta. “E qui le comodità non sono mai state la norma: bisogna sapersi arrangiare”.
Nonostante tutto, Claudio non ha mai pensato di andarsene. “Qui mi sento libero”, dice con convinzione. “La libertà è svegliarsi ogni giorno tra queste montagne, lavorare con le mani, respirare aria pulita. Certo, nella mia vicenda è stato fondamentale il supporto di mia moglie, Giuseppina Mosconi, senza il quale non sarebbe stato possibile realizzare il mio progetto. Pensando alla quotidianità, va detto che i servizi stanno migliorando, le comunicazioni anche, e soprattutto ci si aiuta tra vicini. La viabilità? D’inverno la neve la sgomberiamo noi, svolgendo servizi in collaborazione con i comuni. Fa parte dello spirito di montagna”.