Bobbiano lancia l’Sos «Uniti per salvare la chiesa ferita da frane e ladri»
Nato un comitato per raccogliere i fondi necessari al recupero. Il 31 presentazione degli interventi da mettere in campo
Cristian Brusamonti
|6 giorni fa

Gli interni della chiesa di Bobbiano - FOTOSERVIZIO BRUSAMONTI
Squassata e ferita dalle frane, poi spogliata e profanata dai ladri e dai vandali che si sono portati via quasi tutto, a parte i muri. Eppure, per la chiesa di San Michele a Bobbiano la speranza di recupero non è mai stata più vicina di adesso: in questi giorni è nato un comitato di cittadini che sembra molto deciso ad evitare che la chiesa finisca abbandonata e in mille pezzi. E servono almeno 30mila euro per poter raggiungere il primo traguardo, cioè il consolidamento statico della struttura. Iconica almeno quanto il torrione dell’anno mille che gli sta a fianco (recuperato in questi anni da un imprenditore illuminato), la chiesa di San Michele è una tessera insostituibile del paesaggio travese nella valle del Dorba. Troppo scandaloso, quindi, solo pensare che un giorno potrebbe crollare e sparire per sempre. Con lo slogan “Salviamo il cuore di Bobbiano”, Giuseppina Fontanabona è andata di casa in casa, su e giù per la vallata, a sondare il parere degli abitanti. E così, dopo una prima riunione, è nato il comitato per il recupero e restauro della chiesa di San Michele Arcangelo. « Inizialmente molti erano scettici ma so essere molto determinata» sottolinea la presidente Fontanabona. «Vedere la chiesa in quelle condizioni era un fastidio, un dolore. Per tutti gli abitanti di Bobbiano, quello è davvero il cuore del nostro territorio. Così mi sono rivolta alla sindaca Roberta Valla e in due settimane è nato il comitato».
Se la Regione aveva già speso 180mila euro per realizzare micropali per sostenere la collina contro le frane, adesso che il terreno è solido è tempo di pensare alla chiesa, di cui la Diocesi si vorrebbe sbarazzare: l’idea della vendita è sul tavolo da parecchio tempo. Degrado e crepe non mancano, così come le intrusioni di estranei. « Abbiamo cambiato il lucchetto all’ingresso e ci sono pure telecamere, anche se ormai c’è ben poco da rubare» sottolinea la presidente del comitato. «Per noi cittadini, quella deve restare una chiesa, fosse anche per celebrare messa una sola volta all’anno.
Non un centro culturale, né un edificio privato». Servono 30mila euro per ulteriori micropali per rendere stabile la chiesa. E, a quel punto, la spesa per il restauro della chiesa dovrebbe superare i 100mila euro.
La prima azione per dare veramente una svolta sarà un incontro conoscitivo che si terrà il 31 ottobre al municipio di Travo alle 18.30: lì, assieme al comitato, sarà presente la sindaca Valla, che incoraggia l’iniziativa, con l’ex sindaco Lodovico Albasi, un rappresentante della Diocesi e l’architetta Anna Gualdi; quest’ultima ha già effettuato studi sulla chiesa. Quindi, alle 20.30, ci si sposterà alla trattoria “I Pastori” («Grazie al titolare Andrea Monfasani che, benché in ferie, ha deciso di ospitarci» precisa Fontanabona) per una prima cena di raccolta fondi. Per le prenotazioni si può chiamare il numero 333-4414873.