L'allarme del generale Masiello: «Clima di guerra, serve la difesa europea»
Il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, in dialogo con il diplomatico Piero Benassi, ha sottolineato come si debbano fronteggiare attacchi cibernetici, campagne di disinformazione e casi di spionaggio
Leonardo Chiavarini
|39 giorni fa

Il generale Carmine Masiello, il giornalista giornalista Antonello Barone e il diplomatico Piero Benassi
«Siamo in un clima di guerra». Scenario tetro quello emerso ieri nell'ex chiesa del Carmine gremita, durante l'evento "Cosa dobbiamo aspettarci?" del Festival del Pensare Contemporaneo. Il generale Carmine Masiello, Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, ha dialogato con il diplomatico Piero Benassi, già ambasciatore in Tunisia e Germania. A moderarli era il giornalista Antonello Barone.
La mappa del mondo non è mai stata così complessa e intricata. Mentre il conflitto divampa da oltre tre anni nel cuore dell'Europa e il massacro prosegue in Medioriente, l'Occidente appare più che mai diviso, debole e stanco. Gli Stati Uniti di Donald Trump si allontanano dagli alleati europei nel segno di un isolazionismo inasprito dai dazi, lasciando il Vecchio continente come un sovrano non sempre lucido di fronte alla frenesia dei tempi moderni. Le sfide si moltiplicano: tecnologia, problemi economici e ambientali si intrecciano mentre i sistemi democratici accusano crepe sempre più visibili. È di questo «clima di guerra» che ha parlato il generale Masiello, riferendosi alle ostilità tra Occidente e Russia: «Non è una guerra classica, ma quotidianamente siamo esposti ad attacchi di vario tipo».
Il Capo di Stato Maggiore ha elencato tre tipologie di offensive: attacchi cibernetici, campagne di disinformazione e casi di spionaggio. «Occorre agire - ha sottolineato -. Abbiamo bisogno di un sistema di difesa europeo all'avanguardia, specie nel contrasto ai droni. Dobbiamo fronteggiare la disinformazione quotidiana russa che tocca sensibilmente l'opinione pubblica italiana».
Piero Benassi ha confermato questa guerra invisibile e anticonvenzionale: «Non è prevedibile che i carri armati russi arrivino nel cuore dell'Europa. Oggi il rischio riguarda più la tenuta delle nostre democrazie». Il diplomatico ha citato i tentativi di interferenza nelle elezioni moldave e l'involuzione democratica vissuta dagli Usa di Trump.
In uno scenario così scoraggiante, entrambi concordano: l'Europa deve ragionare unita. «Dobbiamo rimboccarci le maniche e farci trovare pronti, lavorando per una difesa europea», ha concluso Masiello.