Oltre cento aggressioni ai sanitari piacentini, «serve rete di protezione»
Approfondimento sui numeri e le strategie messe in campo dall'azienda sanitaria locale. Per il dottor Giampietro Scaglione «Occorre tempo»

Marcello Pollastri
|29 giorni fa

L'ingresso al pronto soccorso di Piacenza
Nel 2023 erano stati 65 gli episodi di aggressioni, verbali o fisiche, registrati all’interno delle strutture dell’Ausl di Piacenza. Nel 2024 il numero si era ridotto a 26, mentre nei primi sei mesi del 2025 se ne sono contati 15. Più di cento (106) in nemmeno tre anni. Un trend che sembra indicare un calo, ma che secondo i vertici sanitari va letto con cautela: «Per parlare di risultati consolidati occorre tempo, il sistema è ancora in perfezionamento» spiega il dottor Giampietro Scaglione, direttore del Dipartimento qualità e sicurezza e del Servizio protezione e prevenzione dell’Ausl.
Il tema è tornato d’attualità nei giorni scorsi, dopo che un medico è stato aggredito da un uomo durante il servizio. Un episodio che ha fatto da detonatore, portando la questione sul tavolo della prefettura. L’altro giorno la prefetta Patrizia Palmisani ha convocato un incontro dedicato, sottolineando l’urgenza di un’azione sinergica con le forze dell’ordine. Tra le ipotesi allo studio, anche l’attivazione di un numero diretto di emergenza per gli operatori sanitari in caso di aggressione.
L’obiettivo è costruire una rete di protezione che tenga insieme prevenzione, formazione, spazi adeguati, tecnologia e supporto delle istituzioni.