Cadeo, retromarcia sulle costruzioni non su tangenziale e aree dismesse

Il consiglio comunale adotta a maggioranza il nuovo Piano urbanistico generale. Le osservazioni accolte e quelle respinte

Valentina Paderni
|27 giorni fa
Il tracciato della tangenziale nel nuovo Piano urbanistico
Il tracciato della tangenziale nel nuovo Piano urbanistico
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Il consiglio comunale di Cadeo adotta il Piano urbanistico generale (Pug). Con il voto favorevole della maggioranza dei consiglieri presenti, l’amministrazione compie un passo in avanti nell’iter che, a breve, porterà all’approvazione e alla successiva entrata in vigore dello strumento di pianificazione e governo del territorio comunale. Sono state un centinaio le osservazioni, sotto osservazioni e controdeduzioni presentate, ciascuna in estrema sintesi, dall’architetto Alex Massari, il professionista incaricato dell’elaborazione del Pug, coadiuvato da Davide Gerevini della società di ingegneria ambientale Ambiter.
Oltre a privati e professionisti, le richieste sono state formulate da aziende ed enti (Consorzio di Bonifica, Soprintendenza, l’Ufficio di piano del Comune di Cadeo, Arpae, Regione Emilia-Romagna, Parrocchia, Opera Pia Alberoni) e dal comitato cittadino Parco agri-colo Tre Torrenti.
I proprietari dei terreni delle aree coinvolte dall’ipotesi di tracciato della tangenziale hanno chiesto fosse rivisto il percorso disegnato sul Pug, parallelo all’autostrada. Le osservazioni però non sono state accolte, in quanto l’ipotesi di tracciato è compatibile con gli strumenti urbanistici provinciali (Ptav) e regionali (Prit) e in ogni caso, non è in alcun modo vincolante, è stato detto, dato che l’individuazione reale del bypass alla Via Emilia sarà definito solo in fase progettuale (al momento qualcosa di futuristico) da chi avrà la competenza di realizzare la bretella.
E’ stato chiesto di preservare i terreni agricoli dall’installazione di parchi fotovoltaici e tutelare il territorio comunale dall’insediamento di attività insalubri. In entrambi i casi le due richieste non sono state accolte: la prima perché la normativa europea, nazionale e regionale stabilisce che gli strumenti urbanistici non possono porre limitazioni a tipologie di interventi che promuovono la transizione ecologica, la seconda perché il divieto assoluto è inammissibile, è stato spiegato, ma è specificato un elenco di attività insalubri che non possono o possono essere realizzate in base ad altre già eventualmente esistenti e in base al tessuto in cui si andrebbero ipoteticamente ad inserire. Sono invece stati rivisti, come chiesto da diversi professionisti del settore edile, gli indici di edificabilità, riportandoli ai valori (minimi e massimi) dei precedenti strumenti urbanistici, mantenendo però il requisito di perequazione tale per cui: più costruisci più si dovranno prevedere interventi di mitigazione in linea con quanto previsto dalla Valutazione di sostenibilità ambientale e territoriale (Valsat).
E’ stato anche richiesto di limitare le funzioni di riconversione delle aree dismesse (ad esempio: ex Cadeo Carni, ex Selta) vicine ad aree residenziali, ma anche questa proposta non è stata accolta perché è stato spiegato - mantenere un’ampia possibilità di destinazioni d’uso può favorire il processo di rigenerazione dell’area.