A Mercore addio in musica per il direttore de La Magiostrina: «Sapeva illuminarci»

Lacrime e note ai funerali di Gianluca Bondi, morto a 51 anni. Guidava il corpo bandistico ed era agente della Polizia locale

Valentina Paderni
|3 giorni fa
I musicisti della banda La Magiostrina al funerale del loro direttore celebrato a Besenzone - © Libertà / Valentina Paderni
I musicisti della banda La Magiostrina al funerale del loro direttore celebrato a Besenzone - © Libertà / Valentina Paderni
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Gianluca Bondi con la moglie Karina
Gianluca Bondi con la moglie Karina
«Gianluca è stato come oro che si deve sciogliere per diventare gioiello, splendore, gioia eterna». Sono le parole di don Giancarlo Plessi, parroco di Besenzone, condivise durante l’omelia celebrata ieri, in occasione del funerale del 51enne Gianluca Bondi, agente di polizia locale dal 1999 e direttore della banda La Magiostrina dal 2004. In tanti hanno partecipato al triste e doloroso ultimo saluto.
Dalla sua abitazione, il corteo funebre fino alla chiesa è stato scandito dal ritmo della musica, quello a cui hanno dato voce i diversi musicisti, appartenenti a differenti corpi bandistici del Piacentino e del Parmense. A sottolineare, se ce ne fosse bisogno, come la musica unisca, anche nella sofferenza. «C’è rabbia e tristezza - dicono gli amici della Magiostrina - ma ci teniamo a dirti grazie. Grazie al tuo impegno siamo cresciuti musicalmente e umanamente, grazie alla tua pazienza siamo arrivati a suonare brani che mai avremmo pensato di riuscire ad eseguire. Proteggeremo la banda come tu hai fatto tante volte e la terremo ad alti livelli».
La divisa e l’abnegazione
La chiesa di Mercore è troppo piccola per contenere tutti. Ma nell’area verde esterna sono state allestite panche e qualche sedia. Tanti rimangono comunque in piedi e invadono anche la strada, chiusa al traffico. Numerosi sono i colleghi in servizio nella Bassa Piacentina e non solo. Non mancano rappresentanti dei carabinieri e della polizia provinciale, gli alpini, i volontari della Pubblica Assistenza. Così come in prima fila, davanti all’altare, oltre alla sorella e ai genitori ci sono i sindaci Carlo Filiberti di Besenzone, Luigi Merli di Cortemaggiore, Romano Freddi di Villanova e i vicesindaci Stefano Gandolfi di Caorso e Luigi Galelli di San Pietro in Cerro.
«Il suo sorriso era contagioso»
«Gianluca - ricorda il primo cittadino di Besenzone Carlo Filiberti - sapeva illuminare le giornate con il suo sorriso contagioso e la sua immensa voglia di vivere. Il carattere mite e gioviale e la battuta sempre pronta, lo hanno spesso aiutato a risolvere situazioni delicate. Ha sempre perseguito alti e nobili ideali: l’amore per la famiglia, la passione per la musica, la dedizione al lavoro portato avanti con abnegazione senza ricerca della visibilità. Ci auguriamo che con l’adorata moglie Karina (morta due anni fa, a 52 anni, per malattia) possano beneficiare in cielo di ciò che è stato negato loro sulla terra».
Il sindaco di Cortemaggiore, Luigi Merli, a fine celebrazione, ricorda Bondi come «una persona straordinaria, sincera, autentica, sempre pronto ad impegnarsi per gli altri. La speranza è che le sue qualità e i suoi valori possano rimanere ad esempio per tutti noi». Sono state recitate le preghiere del donatore di sangue, dell’alpino, del musicista e della polizia locale.
Il cappello da alpino e quello della Polizia
Il feretro è stato accompagnato fuori dalla chiesa da un applauso, con il cappello dell’alpino e dell’agente di polizia locale, ciascuno portato su un cuscino bianco. Poi, la sirena dell’auto della polizia locale ha lanciato il suo grido e la banda ha accompagnato il suo Maestro al cimitero. «Vorrei - chiede don Plessi - che ognuno di noi tornando a casa avesse il desiderio di vivere come Gianluca ci ha insegnato: nella semplicità di cuore senza venir meno alla promessa di fede».