A Vernasca ventennale col botto per i Bascherdeis

Tanti artisti, hobbisty e visitatori. La soddisfazione del sindaco Molinari e degli organizzatori

Federica Duani
July 28, 2025|9 giorni fa
Mr. Dyvinetz sulla ruota di Cyr Mr. Dyvinetz sulla ruota di Cyr - © Libertà/Federica Duani
Mr. Dyvinetz sulla ruota di Cyr Mr. Dyvinetz sulla ruota di Cyr - © Libertà/Federica Duani
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Se la street art dei murales ha una schiera di nomi da vantare (da Jean-Michel Basquiat a Banksy, passando per Keith Haring e Blu), è pressoché impossibile nominare un unico “più grande” busker. Perché sono il pubblico e la comunità, a misurarne la portata: a Vernasca quella dei Bascherdeis 2025, che sono un ritorno alle origini, soddisfa. Per la fiumana di gente, ieri pomeriggio, che fa cerchio intorno agli artisti; per il clima variopinto, per l’estro. “Busker”, il termine viene da una lingua scandinava antica, significa «preparare se stessi».
Hoopnotika, lo spettacolo di fuoco
Hoopnotika, lo spettacolo di fuoco
Ad organizzarlo, un festival così. Ad accoglierlo, per come va delineandosi. A spogliarsi di stereotipi: nel talk “Dalla strada al cuore. Viaggio tra cultura romanì e arte di strada” Rašid Nikolic decostruisce quelli dell’etnia Rom. In Italia ancora confinata «al campo, dove si vive senza possibilità di scegliere. Ma essere Rom è un modo di praticare l’essere famiglia: «Serve attivismo, per farci riconoscere. L’origine dei Rom è nell’India settentrionale, dove nasce una delle prime forme di arte di strada, usata per tramandare parabole». Quanta strada, ha fatto quest’arte, per essere finalmente «riconosciuta: il busking ha oggi la sua identità, è per tutti, si svolge nelle piazze accessibili a tutti e da sempre cuore pulsante di una comunità - continua Nikolic -. Siamo stati riconosciuti dal Carnevale di Venezia». In arte Nikolic è The Gipsy Marionettist, nel suo spettacolo tre gli atti principali: uno scheletro, una tigre, una danzatrice del ventre. Marionette cantastorie, quella che inscena Nikolic parte dalla Jugoslavia dei tempi di guerra e arriva fino all’Italia.
Le bolle strabelle di Thomas Goodman 
Le bolle strabelle di Thomas Goodman 
Fino a Vernasca, che ieri l’alba l’ha vista sorgere in compagnia del violoncello della venezuelana Andrea Cellolo. Bucolico, come il profumo del caffè tra spighe di grano sa essere: «Seduti intorno a me in più di trenta, assoluta pace, all’alba: mi era capitato solo un’unica altra volta nella vita, a bordo di un kayak in un lago a Maracaibo» dice Cellolo, poi suona Bach ma anche “The sound of silence”, e il silenzio fa rumore. Punti di vista si stratificano, sempre, quando il teatro è a cielo aperto forse ancor più. La Compagnia Autoportante, funamboli, ne porta uno dall’alto: «Felicità e pericolo, si sviluppa una visione periferica, da lassù si vede tutto: la strada è imprevedibile e bellissima per questo». «Danze, danze, danze sulla polvere. Polvere su cose, cose sulla polvere»: tromba, palco e ritmo gitano con Eusebio Martinelli e la Gipsy Orkestar. Musica (con i Pedarbel anche folk dialettale), colore e calore, profumi: Vernasca, di impressioni ed emozioni da conservare, ne avrà a iosa.
La Fatma, performer
La Fatma, performer
LA SODDISFAZIONE DEL SINDACO GIAN LUIGI MOLINARI, DELLA DIRETTRICE ARTISTICA ENRICA MENTE E DI GIAN LUCA CAVOZZI (APPENNINO CULTURA)
Vernasca, nel fine settimana, è diventata «la Macondo di cui scriverebbe Gabriel García Márquez, luogo magico in cui perdersi dolcemente», dice il sindaco Gian Luigi Molinari.
I Bascherdeis quest’anno hanno compiuto vent’anni, spontaneo un salto in avanti: «Nel 2035 immagino questo festival internazionale di artisti di strada ancor più grande, cambiato rispetto a quando lo abbiamo creato. Ciò che deve restare, a chiunque lo organizzi, sono il sorriso e l’entusiasmo: se mai andassero persi, non sarebbero più i Bascherdeis», continua Molinari. Poi ringrazia la Fondazione di Piacenza e Vigevano per il sostegno, Arci Piacenza per la partnership (che è novità assoluta e punta ad allargare i confini), tutto il “suo” paese.
Enrica Menta, per lei prima volta alla direzione artistica, si sente «molto soddisfatta: spettacoli fluenti, uno via l’altro, apprezzati e seguiti. Artisti meravigliosi, gentili e pazienti». Pro loco di Vernasca e Vernhub, sono tutti giovani, agli stand gastronomici; il gruppo dei cacciatori Fedayn è instancabile a “dirigere” il traffico, così come tutti i volontari accuratamente sparsi qua e là. «Siamo contenti, davvero, e “graziati” dal meteo. Certo che ci sono sempre cose da migliorare, ma è stata una bella edizione e il desiderio è comune: portare i Bascherdeis sempre più in alto», conclude Gian Luca Cavozzi, presidente di Appennino Cultura (associazione organizzatrice assieme al Comune di Vernasca).
Roberto Reggi, presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano, e il sindaco di Vernasca Gian Luigi Molinari ai Bascherdeis
Roberto Reggi, presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano, e il sindaco di Vernasca Gian Luigi Molinari ai Bascherdeis